Forza Italia blinda la Basilicata. Pd-M5S, si tratta su Piemonte

Le elezioni regionali si avvicinano e aumentano le fibrillazioni all’interno delle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra, impegnate a trovare una quadra sulle candidature. L’intesa raggiunta in Sardegna non sembra aver chiuso i ‘conti’ in casa del centrodestra, dove resta aperta la partita per decidere il candidato governatore in Basilicata – dove FdI e Lega sarebbero disposte, a quanto filtra, a sostenere un candidato civico al posto dell’uscente Vito Bardi di Forza Italia – e Piemonte, dove governa un altro azzurro, Alberto Cirio.

Tajani blina Bardi e Cirio

Nomi che da giorni il vicepremier Antonio Tajani tenta di blindare: “Per noi l’unità del centrodestra rappresenta una priorità” e “abbiamo sempre lavorato per questo” ma “Bardi è il miglior candidato che il centrodestra possa avere in Basilicata”, perché “in politica contano i fatti. Bardi i fatti li ha realizzati e le chiacchiere stanno a zero”, afferma il segretario di FI, convinto “che il centrodestra andrà unito in tutti comuni e le regioni. Al di là del confronto naturale che c’è, e guai se non ci fosse, quello che conta è la coesione dell’alleanza che governa la maggioranza delle regioni e continuerà a farlo con buoni presidenti”.

“Vito Bardi e Alberto Cirio saranno candidati e presidenti, nuovamente, di Basilicata e Piemonte. Senza usare parole come intoccabili e senza fare statue di marmo. Ma hanno lavorato molto bene e saranno i candidati del centrodestra in Basilicata e in Piemonte della coalizione di centrodestra”, aggiunge il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri, che introduce anche un altro tema sul tavolo, il terzo mandato dei governatori caldeggiato dalla Lega: “Siamo contrari al terzo mandato”, ribadisce, e “non è una posizione contro Zaia”.

In Piemonte si cerca la sintesi tra Pd e M5s

Spostando l’attenzione sul fronte progressista, in Piemonte cercano una sintesi anche il Pd e il Movimento 5 Stelle. Martedì è previsto un nuovo incontro per proseguire una trattativa non facile per arrivare a un candidato comune, viste le distanze sui temi registrate negli ultimi anni, a livello locale, tra i due partiti. Nel resta aperto anche il dibattito sulle elezioni europee e sulla candidatura della segretaria Elly Schlein. “Noi siamo un grande partito, che per fortuna ha una classe dirigente nei territori molto robusta. Se Schlein si vuol candidare alle europee ci mancherebbe che non possa farlo, ma credo che candidarsi in tutte e cinque le circoscrizioni non sia quello che attiene a un partito plurale, come il nostro”, ribadisce il governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Pd, Stefano Bonaccini. Sul punto interviene anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che non nasconde la volontà di presentarsi alle elezioni e spiega che Schlein ha “buoni motivi per candidarsi e anche per non candidarsi. Ciò che è in più, è tutto il dibattito che si è aperto. Non ci sono solo i capilista. Spero che si facciano liste ampie”.

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