Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega al raduno organizzato dal gruppo Identità e democrazia: "Governo con Meloni e Tajani non è in discussione"
“Sarebbe un errore fatale dividere il centrodestra in Europa”. Il leader della Lega Matteo Salvini sceglie, non a caso, il raduno dei sovranisti europei di Firenze per lanciare un avviso quasi definitivo agli alleati di governo. È vero che si affretta a precisare che con Giorgia Meloni e Antonio Tajani governo benissimo” e “non è in discussione” la tenuta del governo di centrodestra”, che “durerà cinque anni e arriverà al 2027”, ma altrettanto chiaro è il messaggio: “La Lega non governerà mai con i comunisti e i socialisti” e “il centrodestra scelga tra l’inciucio con socialisti e sinistra e un governo di centrodestra”. Parole che suonano bene alle orecchie di chi è arrivato alla Fortezza da Basso di Firenze per ‘liberare l’Europa’: ‘Free Europe’ è il titolo scelto per la kermesse organizzata dal gruppo di Identità e democrazia all’Europarlamento, mentre in città si alternano quattro contro-manifestazioni, tre promossi dalla Rete democratica fiorentina più un altro che porta la firma di Firenze Antifascista. “Oggi c’è il primo partito di Francia, di Olanda, di Austria, del Belgio, il secondo partito di Germania e un partito di governo italiano. Non siamo un cantiere nero, anzi c’è un’onda blu”, spiega il leader della Lega prima che sul palco venga trasmesso il messaggio di Marine Le Pen: “Oggi l’Ue svilisce la nostra storia” e la “Commissione Ue agisce contro i nostri popoli e le nostre libertà”, dice la presidente del Rassemblement National, osservando che “per la Von der Leyen l’immigrazione non è un problema, è un progetto”.
La platea applaude, Salvini ascolta, al suo fianco il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Il premier ungherese Viktor Orban benedice su X, scrive che “Il vento del cambiamento è arrivato!”. Si susseguono gli interventi video del numero uno del partito dell’ultradestra portoghese Chega, André Ventura, e di Geert Wilders, fresco vincitore delle elezioni nei Paesi Bassi con il suo Pvv, Partito per la libertà olandese. Prendono la parola dal palco George Simion, leader del partito Alleanza per l’unione dei romeni; Harald Vilimsky, leader del partito austriaco Fpo; il leader della Confederazione della corona polacca, Roman Fritz; Tino Chrupalla, presidente del partito dell’estrema destra tedesca Afd; Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National; il leader del partito di destra bulgaro Revival, Kostadin Kostadinov, per il quale “oggi l’Unione europea è una minaccia per l’Europa, e questa è l’amara verità”. Questo il senso che accomuna un po’ tutti gli interventi, nei quali non si manca di sollevare critiche al sostegno europeo all’Ucraina e a Israele. “Oggi non c’è un’alleanza partitica, c’è un sentimento di amicizia. Identità e Democrazia c’è e sarà determinante in Europa. Troppo facile allearsi solo con chi vince”, chiosa Salvini, secondo il quale “siamo il David che si prepara a battere Golia, che in Europa è un Golia burocratico, massonico” un “Golia Soros di cui non abbiamo nessuna paura”. L’ultima polemica è con il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Mi spiace che un sindaco che rappresenta tutti i cittadini di Firenze si permetta di dire chi può visitare i musei italiani e chi no. È stata una caduta di stile”, afferma il vicepremier riferendosi alla sua visita privata agli Uffizi. A stretto giro la replica del primo cittadino, che partecipa a uno dei quattro presidi organizzati in città: “Firenze è una grande capitale della democrazia, dell’europeismo” e “non caccia nessuno, ma la nostra città è incompatibile con i valori dell’ultradestra”.
Nel pomeriggio circa mille persone, raggruppate dietro lo striscione di Firenze antifascista, sfilano pacificamente per le vie cittadine, palloncini pieni di vernice colorata vengono lanciati contro la sede chiusa di Fratelli d’Italia in Via della Scala. La manifestazione si conclude in piazza Indipendenza, partono cori contro Salvini e Le Pen, sventolano bandiere a sostegno della Palestina. Davanti alla Fortezza da Basso viene srotolato un grande striscione rosso con scritto “Salvini e Le Pen, Firenze vi schifa”.
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