Crosetto, dal cui esposto è partita l'indagine: "Far luce su chi mette a rischio democrazia". Borghi (Az-Iv): "Questione di sicurezza nazionale"

L’allarme della politica dopo quanto emerso dall’inchiesta della procura di Perugia su presunte attività di dossieraggio illecito nei confronti di uomini dello Stato e della vita pubblica italiani commesse da un appartenente alla Guardia di Finanza. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dal cui esposto è partita l’indagine, in una lettera pubblicata su Repubblica si è detto “orgoglioso” di aver dato “la possibilità di fare piena luce sul rischio che soggetti che dovrebbero garantire la normale vita democratica, la mettano in pericolo. L’idea che qualcuno abbia potuto o possa costruire dossier su Crosetto, come su Conte, su Renzi come su Meloni, su Gentiloni come su Salvini, non può essere accettata. Non si tratta di un grave fatto che oggi tocca me e che dovrebbe inquietare tutti, ma delle regole della democrazia”.

Borghi (Az-Iv): “È questione di sicurezza nazionale”

Secondo il presidente del gruppo Azione-Italia Viva al Senato, Enrico Borghi, la vicenda “è, per evidenti motivi”, una questione di sicurezza nazionale. Borghi lo ha dichiarato in un’intervista al quotidiano La Stampa. “Il ministro Crosetto ha dichiarato che si voleva condizionare la formazione del governo. È un’accusa pesantissima, che ci riporta alla stagione del tintinnar di sciabole se fosse vera. Chi e perché avrebbe voluto condizionare la formazione del governo? È vero, come dice Crosetto, che corpi dello stato si sono mostrati infedeli? Tutte queste cose devono essere chiarite”, ha aggiunto Borghi, che è anche membro del Copasir, concludendo: “Posso dirle che l’attenzione del comitato di cui faccio parte è costante su ogni vicenda che attiene alla sicurezza nazionale”.

Paita (Iv): Fatti gravi da non sottovalutare

“Abbiamo chiesto immediatamente in Aula che ci fosse una informativa del governo perché i fatti sono di particolare gravità e non vanno sottovalutati. L’abbiamo fatto anche in Commissione antimafia, io ho personalmente posto la questione, perché il maresciallo di cui si sta parlando operava nell’ambito dell’antimafia. C’è una interazione anche con questa commissione così importante che deve essere utilizzata per fare chiarezza”, ha dichiarato a riguardo la coordinatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, ospite ad Agorà su Rai3. 

Cosa ha svelato l’indagine

Secondo quanto rivelato dagli inquirenti, le indagini tecniche e informatiche hanno svelato che un ufficiale della Guardia di Finanza in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia avrebbe effettuato almeno 100 “visure” patrimoniali abusive, usando le banche dati delle forze di polizia, quasi tutte su nomi altisonanti della politica e delle istituzioni. Ma tra gli accessi ce ne sarebbe anche uno fatto inserendo il nome dell’ex capitano della squadra di calcio della Roma, Francesco Totti

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