Incontro fra la ministra del Lavoro Calderone e le parti sociali. Landini: "Inutile, esecutivo non vuole trattativa"
È ripartito oggi, 26 giugno, il confronto sul tema delle pensioni tra il governo e le parti sociali. A sei mesi di distanza dall’ultimo incontro, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha ricevuto prima le imprese poi i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
I temi trattati al tavolo
Flessibilità in uscita, uno strumento unico per gli esodi incentivati con uscita fino a 7 anni sulla falsariga del contratto di espansione, allargamento dell’ape sociale. Sono alcuni dei temi di confronto discussi, a quanto si apprende, nel corso del tavolo di questa mattina. Accanto, il tema della previdenza complementare con un nuovo anno zero per favorire le adesioni e la semplificazione delle procedure e delle regole amministrative degli enti, insieme alla deducibilità delle misure di welfare e alla pensione contributiva per giovani e donne. La prospettiva – a quanto riferiscono fonti presenti al tavolo – sarebbe quella di riuscire a delineare, su tutti questi punti, un quadro entro settembre.
Landini: “Incontro inutile, governo non vuole trattativa”
“È stato un incontro totalmente inutile, ci hanno ridetto le stesse cose di gennaio e alla domanda quante risorse avete per fare una trattativa vera non ci hanno risposto, dicendo che bisogna vedere quale sarà la legge di bilancio”, ha detto il segretario generale Cgil, Maurizio Landini, all’uscita dal vertice. “Io considero negativo l’incontro. Il governo non ha la volontà di aprire una trattativa e il ministro non ha risposto in nulla sulle risorse e su cosa fare”, ha proseguito Landini, sottolineando che la ministra Calderone “non aveva alcun mandato di fare alcuna trattativa. Così non si va da nessuna parte, di fatto significa non voler fare alcuna modifica alla legge Fornero”.
“Nel documento di programmazione economica approvato dal governo per la previdenza non c’è un euro, hanno tagliato e reso più precario il lavoro dei giovani. Ci hanno detto che entro sera arriverà una proposta di calendario di incontri ma di fatto io vedo un passo indietro e una volontà di non affrontare la situazione”, afferma ancora il segretario. “Noi parteciperemo ad ogni incontro convocato dal governo ma se l’esito, loro, è qualche modifica all’ape sociale e un allargamento dei contratti di espansione, non è quello che serve. Su opzione donna non abbiamo avuto nessuna risposta, non ne hanno neanche parlato. E quota 103 a chi sta servendo? La cosa vera sarebbe uscire con 41 anni di contributi, e non ci hanno risposto. È un obiettivo di legislatura. La possibilità di uscita a 62 anni? Obiettivo legislatura. Pensioni di garanzia? Obiettivo legislatura”, elenca Landini, che conclude: “Noi abbiamo il problema di cosa succede a settembre.
Bombardieri: “Chiacchiere e distintivo, nessuna risposta”
“Si aprono tavoli in continuazione ma risultati concreti oggi non ce ne sono“. È il giudizio del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Chiacchiere e distintivo non servono“, ha detto, invocando invece una risposta concreta, che però non è arrivata. “Non hanno risposto se metteranno mano alla Fornero, non hanno detto se quota 103 sarà riconfermata, non ci hanno detto se ci sarà la pensione per i giovani e, cosa ancora più grave, non hanno dato una risposta su opzione donna“.
Fuori dal ministero, un piccolo capannello di lavoratrici manifestava per la proroga di Opzione donna ma il governo “non ha dato risposta a queste donne che stanno qui, nonostante noi abbiamo posto il problema. Se questo è il modo con il quale il presidente del Consiglio e la ministra rispondono alle donne c’è da stare preoccupati“, ha chiosato Bombardieri.”Abbiamo ricordato tutte le cose chieste in campagna elettorale e la risposta è che aspettano di farlo nell’arco della legislatura. Noi però – ha avvertito il leader di via Lucullo – dobbiamo misurarci con le cose inserite in manovra. Oggi pomeriggio manderanno un ricco calendario di appuntamenti a cui saremo presenti a tutti gli incontri in attesa di avere dati e risposte precise”, ha concluso.
Sbarra: “Incontro interlocutorio, bene impegno del governo”
Maggiore apertura dimostrata invece dal leader della Cisl, Luigi Sbarra. “È stato un incontro interlocutorio, anche se positivo, perché ci ha consentito di riannodare i fili del confronto dopo molti mesi di vuoto e relazioni sindacali. Ho apprezzato la disponibilità e l’impegno del governo a muoversi per cambiare e modificare la legge Fornero, superando le rigidità e aprendo un percorso che guardia flessibilità, sostenibilità e inclusività”, ha detto. “I primi interventi di questi cambiamenti devono entrare nella legge di stabilità. Il governo si è riservato di fare una valutazione sulla base della consistenza delle risorse a disposizione”, ha spiegato il segretario generale, affermando che la ministra “riconosce che le priorità che abbiamo indicato nella nostra piattaforma sono i contenuti da porre a base del confronto e ci ha annunciato che partirà a breve un cronoprogramma di incontri dedicati sulle priorità che abbiamo indicato alla base della piattaforma sindacale”.
Le richieste sono sempre quelle di misure di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, di costruire una pensione contributiva di garanzia per i giovani e le donne. Precisamente, i sindacati hanno sollecitato “il ripristino dei vecchi requisiti per opzione donna, rendere strutturale allargare l’ape sociale, rilanciare un grande piano di informazione e comunicazione a livello nazionale sulla previdenza complementare aprendo la nuova fase di silenzio assenso. E abbiamo posto il problema dei pensionati, allargando il bacino della 14ª mensilità per i pensionati in difficoltà e assicurare la piena indicizzazione e perequazione delle Pensioni rispetto all’inflazione”. Accanto, la possibilità “di detassare le tredicesime e 14esima per i pensionati”, ha proseguito il leader di via Po. E poi ha aggiunto: “È importante l’impegno di avviare tavoli tecnici dedicati sulle priorità indicate nella piattaforma. Il nostro interesse è quello di far sentire il fiato sul collo al governo prima di arrivare alla legge di stabilità. Ecco perché consideriamo importante aver assicurato una continuità una continuità del dialogo e il confronto”.
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