L'ex parlamentare del Pd: "La santificazione non fa bene all'Italia"

L’ex parlamentare del Pd, Rosy Bindi, dichiara la sua contrarietà alla scelta di proclamare il lutto nazionale per domani, mercoledì 14 giugno, giorno dei funerali di Silvio Berlusconi. “I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato lui secondo me non è una scelta opportuna“, ha detto Bindi ospite di ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio1. Nel 2009 Bindi è stata protagonista di uno scontro con Berlusconi: “Lei è più bella che intelligente”, le disse il Cav. “Non sono una donna a sua disposizione”, replicò lei. “Fu una reazione non pensata, sono parole che escono perché le hai dentro – ricorda l’esponente dem -. Non ho mai fatto pace né rincontrato Berlusconi dopo quell’episodio, lui non ha mai chiesto scusa ma non ho rimpianti, non so se avrei accettato le sue scuse”. 

“Santificazione non fa bene all’Italia”

“Penso che il lutto nazionale si debba riservare a persone che hanno unito il Paese, non che lo hanno diviso. Il lutto nazionale per un presidente del Consiglio che è stato tanto amato, che è stato seduttivo per una parte di Italia ma che è stato divisivo per questioni fondamentali, il rispetto della Costituzione, il rispetto delle donne. Perché il lutto nazionale? Perché le bandiere a mezz’asta? Poi il Parlamento che si ferma, siamo in una fase di santificazione che credo non faccia bene all’Italia, il berlusconismo va elaborato”, ha poi rimarcato Bindi intervenendo a Tagadà su La7. Il fatto che Romano Prodi partecipi ai funerali domani? “È un segno di rispetto delle istituzioni. È stato presidente del Consiglio anche se è stato un avversario politico. Io spero che riposi in pace”, ma “ha sdoganato certi comportamenti, nei confronti delle donne, del denaro, delle istituzioni, la sua frase ‘non metteremo le mani in tasca agli italiani’…il Paese si regge su quello. Il Paese avrebbe bisogno di essere abituato ad altro, all’opposto di tutto questo”.

“Ha usato donne, aveva senso di proprietà”

Che sia stato un promotore delle donne questo no. Ha usato le donne. Il senso di proprietà che esprimeva nei confronti delle istituzioni lo esprimeva nei confronti delle donne. Era innamorato di se stesso. Una cosa buona? La determinazione, il coraggio. Si è sempre rialzato, anche se rialzandosi non è che facesse cose migliori delle precedenti. Però a me i combattenti piacciono, questo l’ho sempre apprezzato”, ha concluso l’ex presidente della commissione Antimafia.

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