La replica del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: "I dubbi sono totalmente infondati"

Decisiva sarà la rinegoziazione di alcune misure del Pnrr”. Così il presidente Anac, Giuseppe Busia, in occasione della relazione sull’attività Anac del 2022 che si svolge nella Sala della regina di Montecitorio.“Occorre riconoscere che, mentre le diverse riforme previste dal Piano sono indispensabili ed esigono un rapido completamento, non tutti gli investimenti hanno la medesima urgenza – aggiunge – Per questo possono essere utilmente spostati su altri finanziamenti europei, per i quali pure il nostro Paese registra da sempre ritardi e sprechi inaccettabili, guardando così ad un orizzonte più ampio rispetto al 2026. Il Pnrr deve essere terreno condiviso, sottratto alla dialettica politica di corto respiro, di fronte al quale essere capaci di andare oltre le – pur legittime – rivendicazioni di meriti, o le accuse per le innegabili mancanze e, invece, incentrato su condivisione e collaborazione. Precondizione di tutto ciò è la massima trasparenza e controllabilità dei progetti e dello stato degli investimenti”. 

Rileviamo uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi. Con riferimento al recente decreto-legge, sulla base di un progetto elaborato oltre dieci anni fa, è stato riavviato l’iter di realizzazione del ponte tra Sicilia e Calabria. Sono stati, al riguardo, proposti alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica, non accolti, tuttavia, dal Governo in sede di conversione del decreto” aggiunge il presidente Anac, Giuseppe Busia, in occasione della relazione sull’attività Anac del 2022 che si svolge nella Sala della regina di Montecitorio.

Mit: “Preoccupazioni Anac totalmente infondate”

Sono totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul nuovo Codice degli appalti”. Lo afferma il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. “Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza – viene spiegato – ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli appalti. Codice degli appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”. In particolare – rileva il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – “si rammenta che, come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo con il Viminale sarà sottoscritto il Protocollo legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci”. Infine, è “doveroso ricordare che il governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici e che gli innalzamenti delle soglie per gli affidamenti diretti sono già in vigore da alcuni anni”. 

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