La premier e il Pontefice all'Auditorium della Conciliazione di Roma

Papa Francesco e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono arrivati all’Auditorium della Conciliazione di Roma per intervenire alla giornata conclusiva degli Stati generali della natalità. Il Santo Padre e la premier hanno preso posto sul palco, mentre i loro interventi sono stati introdotti dal presidente del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo

Meloni: “Natalità è priorità assoluta del Governo”

“Il governo ha messo figli, mamme e papà al centro della sua azione, è una nostra priorità assoluta per fare in modo che l’Italia abbia un futuro migliore rispetto a questo presente incerto”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento. La premier ha aggiunto che “viviamo in un’epoca nella quale parlare di natalità e famiglie è diventato sempre più difficile, sembra quasi un atto rivoluzionario“.

Meloni: “Donne non libere se devono scegliere tra figli e lavoro”

Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il loro desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà”, ha proseguito la presidente del Consiglio. 

Meloni: “Maternità non è in vendita e uteri non si affittano”

Meloni ha poi aggiunto: “Vogliamo una nazione in cui non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita e gli uteri non si affittano, che i figli non sono prodotto da banco che puoi scegliere e restituire se non ti piacciono”.

Meloni: “Figli prima pietra per costruire il futuro”

Per quanto riguarda le intenzioni del governo, Meloni ha detto che l’esecutivo “vuole affrontare con grande determinazione le grandi crisi, tra le quali c’è sicuramente quella demografica, perché i figli sono la prima pietra della costruzione di qualsiasi futuro“. Tra le iniziative messe in campo, Meloni ha elencato: “Aumento dell’assegno unico, rafforzamento del congedo parentale, diritto a convertire in tasso fisso il tasso variabile del mutuo e le novità in tema di lavoro come l’assegno di inclusione o la previsione di rendere strutturale la detassazione totale dell’erogazione da parte del datore di lavoro dei fringe benefits fino a 3 mila euro, ma dando priorità a chi ha figli a carico“.

Meloni: “Da governo approccio sussidiario e non dirigista”

La natalità è “la nostra prima e più grande sfida, che vogliamo portare avanti non con l’approccio dirigista e fallimentare del passato, in cui si credeva che si potesse creare per decreto lavoro e richhezza. Il nostro è un approccio sussidiario, di chi crede che compito dello stato sia creare le condizioni favorevoli alla famiglia, allo sviluppo, al lavoro”, ha ancora affermato Meloni. Bisogna “preferire la cura e l’assistenza ai più fragili all’assistenzialismo, e considerare la genitorialità un investimento per il futuro. Vogliamo promuovere una nuova vitalità della nostra società”, ha aggiunto. 

Meloni: “Non è scandalo dire che siamo nati da un uomo e una donna”

“Vogliamo restituire agli italiani un’Italia in cui essere padre non sia fuori moda ed essere madri sia un valore riconosciuto. Una nazione in cui fare un figlio sia una cosa bellissima che non ti impedisce di fare niente e che ti dà tantissimo. Per decenni la cultura dominante ci ha detto il contrario e vogliamo invertire la tendenza: vogliamo che non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna“, ha continuato la premier nel suo intervento. 

Meloni al Papa: “Amiamo famiglie e faremo la nostra parte”

La presidente del Consiglio si è poi rivolta al Papa: “Santità, amiamo le nostre famiglie, amiamo la nostra patria, crediamo nel nostro futuro e faremo fino in fondo la nostra parte“. 

Meloni: “Entusiasmo famiglie e giovani motore della società”

“Vogliamo scommettere su un governo che accompagni e non diriga, vogliamo scommettere su tante famiglie e tanti giovani. Crediamo che l’ottimismo e l’entusiasmo siano la più grande benzina che si può mettere nel motore della società“, ha detto ancora Meloni. ” “Le crisi non hanno di per sé una connotazione negativa, come ci insegna Papa Francesco. Dove non c’è crisi non c’è vita e non c’è rinascita. La crisi è il motore dell’azione e della responsabilità”, ha aggiunto.

Papa: “Pochi figli significa poca speranza”

Dopo di lei ha parlato Papa Francesco, il quale ha affermato che il tema della natalità è “centrale per tutti, soprattutto per il futuro dell’Italia e dell’Europa. La nascita dei figli, infatti, è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell’avvenire”. In apertura del discorso, il Pontefice si è scusato per non parlare in piedi, “ma non tollero il dolore”, ha aggiunto. 

Tra gli argomenti trattati da Bergoglio anche alcuni di stretta attualità come le proteste dei giovani per il caro affitti. “Forse mai come in questo tempo, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto”. Anzi “è incerto. E in questo contesto di incertezza e fragilità, ha proseguito, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali”. Sono problemi “che interpellano la politica”, perché è “sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”. 

Papa: “Donne costrette a scegliere tra carriera e maternità”

“Vi sono condizionamenti quasi insormontabili per le donne. Le più danneggiate sono proprio loro, giovani donne spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome”, ha proseguito il Papa. Che poi ha chiesto “politiche lungimiranti” al fine di “predisporre un terreno fertile per far fiorire una nuova primavera e lasciarci alle spalle questo inverno demografico. E, visto che il terreno è comune, come comuni sono la società e il futuro, è necessario affrontare il problema insieme, senza steccati ideologici e prese di posizione preconcette”.

Papa: “Ho sgridato donna che mi ha chiesto di benedire cane”

Il Pontefice ha raccontato anche un aneddoto avvenuto in Piazza San Pietro, nel corso dell’udienza del mercoledì, dove una donna gli si è avvicinata e gli ha chiesto: “Lo benedice il mio bambino?” mostrandogli il proprio cane. “Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora“, dicendole “Tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino”, ha raccontato il Papa. Bergoglio ha sottolineato che queste “sono scene del presente” ma bisogna stare attenti perché potrebbero diventare “l’abitudine del futuro”.

Papa: “Figli e accoglienza rivelano quanto è felice società”

“La natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno”, ha detto ancora Francesco. “E tante volte si dimenticano di sorridere”, ha aggiunto. La sfida della natalità, dunque, “è questione di speranza. Ma attenzione, la speranza non è, come spesso si pensa, ottimismo, non è un vago sentimento positivo sull’avvenire. La speranza è un’altra cosa. Non è illusione o emozione; è una virtù concreta. E ha a che fare con scelte concrete. La speranza si nutre dell’impegno per il bene da parte di ciascuno, cresce quando ci sentiamo partecipi e coinvolti nel dare senso alla vita nostra e degli altri”. 

 “Alimentare la speranza è dunque un’azione sociale, intellettuale, artistica, politica nel senso più alto della parola; è mettere le proprie capacità e risorse al servizio del bene comune, è seminare futuro. La speranza – conclude – genera cambiamento e migliora l’avvenire. È la più piccola delle virtù ma è quella che ti porta più avanti. La speranza non delude”, ha concluso. 

La fine del suo discorso è stata accolta da un lungo applauso. Il Santo Padre ha poi ricevuto in dono dall’organizzazione un bonsai, prima di essere accolto da un abbraccio collettivo di decine di bambini saliti sul palco.

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