Conte, Salvini, Cuperlo, Calenda: i no, con motivazioni diverse, al collegamento Rai con il presidente ucraino. Ma resta confermato la sera della finale

Si allarga sempre di più il fronte del no a Volodymyr Zelensky al Festival di SanremoOltre a Matteo Salvini, che ieri aveva detto fermamente che ritiene sia meglio tenere il conflitto fuori dal Festival, oggi arrivano anche – di nuovo – i no di Conte e dei 5 Stelle. “Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo“, ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, a margine dell’incontro con il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati.

 

Inaspettatamente arriva la chiusura anche di Cuperlo: “Zelensky a Sanremo? No. È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un Paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience. Per pietà”, scrive su Twitter Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd.

Anche Carlo Calenda è per il no. “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra”, ha scritto su Twitter.

I Radicali contro Salvini

È incredibile la faccia tosta di Matteo Salvini: uno che per dieci anni ha appoggiato Putin in tutti i modi possibili ora si permette di criticare Zelensky, presidente di un Paese aggredito e invaso in parte dalla Russia, per la sua richiesta di poter rivolgersi agli ascoltatori del Festival di Sanremo“. Così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.

“Salvini – aggiungono – vuole seguire la cattiva strada di Conte: stuzzicare ed allettare i peggiori istinti dei cittadini italiani, fare loro dimenticare che l’Ucraina combatte anche per tutti noi. L’unica cosa che Salvini dovrebbe fare è tacere, dopo avere finalmente revocato ufficialmente l’accordo di collaborazione firmato a Mosca il 6 marzo 2017 con ‘Russia Unita’, il partito personale di Putin… a meno che quell’accordo non continui ad essere rispettato sotto traccia da entrambe le parti. Intanto, a un anno dall’aggressione di Putin nei confronti dell’Ucraina, Radicali Italiani ha fissato già – assieme a tante altre organizzazioni, a partire dall’associazione dei cristiani ucraini in Italia – un importante appuntamento per venerdì 24 febbraio, alle 18.30, a Roma, nei pressi della fermata metro Castro Pretorio e non distante dall’ambasciata russa. Sono invitati tutti i cittadini che intendono ribadire pubblicamente il loro sostegno all’Ucraina, l’urgenza della sua entrata nell’Unione europea e la necessità di perseguire Vladimir Putin da parte della Corte penale internazionale dell’Aja”, concludono Iervolino, Boni e Manfredi.

Dalla Vedova in favore di Zelensky

“Credo sia importante che gli italiani ascoltino la diretta testimonianza di chi in Ucraina sta guidando la resistenza alla brutale e immotivata aggressione russa. La presenza di Zelensky a una manifestazione così popolare come il Festival di Sanremo è un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea e, dunque, i nostri valori, ascoltando la voce delle legittime istituzioni di Kiev. Mi auguro che, nonostante le pressioni politiche, gli organizzatori confermino la presenza di Zelensky. Fare marcia indietro ora sarebbe un pessimo segnale, inevitabilmente letto come una presa di distanza dalla causa ucraina. E sono inoltre certo che la comunità ucraina in Italia, compresi i rifugiati a causa della guerra, saranno orgogliosi e felici di vedere il suo breve messaggio di saluto nella trasmissione tv più attesa dell’anno”. Lo dichiara il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova.

Petizione online contro Zelensky a Sanremo raggiunge 36mila firme

Byoblu ha lanciato una petizione che ha già raccolto più di 36mila firme, si può ancora sottoscrivere sul nostro sito. A lanciare l’iniziativa, appoggiata anche da vari esponenti della Commissione Du.pre. (dubbio e precauzione), è il CLN, comitato di liberazione nazionale rifondato da Ugo Mattei, l’iniziativa è partecipata da una schiera di intellettuali che sono anche tra i firmatari della petizione rilanciata da Byoblu. Hanno firmato da Carlo Freccero allo storico Franco Cardini, al giornalista Manlio Dinucci e il reporter Giorgio Bianchi, fino a Moni Ovadia passando per l’ex ambasciatore Alberto Bradanini.

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