Pensioni, salario minimo, sicurezza, bollette: le richieste al futuro governo

Oggi la Cgil, ad un anno dall’assalto alla sede nazionale di corso d’Italia, in piazza a Roma per la manifestazione ‘Italia, Europa, ascoltate il lavoro’. Il corteo è partito poco dopo le 13.30 da piazza della Repubblica per giungere in piazza del Popolo dove prenderà la parola per le conclusioni il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Dal palco anche gli interventi di Livia Spera, segretaria generale Etf; Luc Triangle, segretario generale di Industriall Europa; Rosa Pavanelli, segretaria generale Psi; Esther Lynch, vice segretaria generale della Ces; Antonio Lisboa, segretario aggiunto della Cut Brasile; Maria Grazia Giannichedda, presidente Fondazione Basaglia; Giulio Marcon, portavoce Sbilanciamoci; un esponente dei Fridays for Future.

 

In corteo anche il ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando secondo il nuovo corso del Pd parte “certamente” anche da qui, ha detto. “Credo sia un dovere di un dirigente politico essere qui quando scende in piazza il più grande sindacato dei lavoratori italiani”. E sulla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni Orlando aggiunge: “non ha ascoltato la parola d’ordine” di oggi “della Cgil, del sindacato, che chiede di proseguire con un metodo basato su confronto e dialogo sociale, come avviene nelle democrazie”. 

Per Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra “oggi è qui che dobbiamo essere. Una grande manifestazione di popolo che chiede cose semplici quanto necessarie: salari più alti, diritti e dignità per il lavoro, diritti di libertà per tutti e tutte, un’orizzonte di pace. Quello di cui ha bisogno questo Paese e che chiede a gran voce.” “La destra, Meloni e il governo- aggiunge – che verrà invece di usare parole indignate per manifestazioni come questa – conclude il leader di Sinistra Italiana – si preoccupi di dare risposte concrete ai cittadini”.

Le richieste al futuro governo in un decalogo

La Cgil, assieme alle associazioni, ai sindacati internazionali e a tutti coloro che decideranno di partecipare, chiederà all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e al prossimo Governo rilancerà le sue dieci proposte. Tra i punti del decalogo: l’aumento di stipendi e pensioni; l’introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano per l‘autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili.

In piazza anche Giuseppe Conte.

Le parole di Landini

“E’ bello vedere una piazza così colorata e così piena, e dà anche emozione, perché carica di responsabilità”. Così il segretario Cgil Maurizio Landini prendendo la parola in piazza del Popolo, visibilmente commosso. “Questa decisione di scendere in piazza l’abbiamo presa prima di sapere come andavano le elezioni, non perché l’abbiamo decisa noi dirigenti ma insieme a voi, e l’abbiamo decisa perché abbiamo visto che in questi mesi, in questi anni, il governo, in questi anni non hanno ascoltato le lavoratrici e i lavoratori”.

“In questi mesi e in questi anni il governo e l’opposizione non hanno ascoltato i lavoratori. Hanno continuato a fare scelte che sono andate nella direzione opposta” ha detto Landini. “Bisogna cambiare il Jobs act, ma non basta. Serve un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori in cui i diritti e le tutele siano uguali per tutti, a prescindere dal rapporto di lavoro che hanno. E questo va previsto anche a livello contrattuale”.

E sul governo dichiara: “Dalle elezioni è emerso che la destra ha preso 12 milioni di voti e se sommo, anche se non si puo’, i voti dati a tutti gli altri partiti arriviamo a 15,8 milioni. Quindi anche chi prova a governare deve partire da questo dato: che nessuno può dire di avere la maggioranza di questo paese. Lo diciamo non per delegittimare, perché rispettiamo tutti, ma per dire che non serve non dividere ulteriormente questo paese ma unirlo partendo proprio dal lavoro”. 

 

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