Entrambe le Camere si riuniranno il 13 ottobre

Passata la sbornia della nottata elettorale – per chi ha festeggiato e per chi si è leccato le ferite – gli occhi saranno puntati sulla formazione del Parlamento per la XIX legislatura. Entrambe le Camere si riuniranno il 13 ottobre con la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti e infine l’elezione dei presidenti che avrà luogo per scrutinio segreto. A guidare la prima seduta del Senato il membro più anziano – Giorgio Napolitano, se indisponibile toccherebbe a Liliana Segre, e a seguire a Silvio Berlusconi – mentre per la Camera il vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della Legislatura precedente (Fabio Rampelli). Prima della riunione del 13 ottobre le porte di palazzo Madama e Montecitorio si apriranno, comunque, per i nuovi eletti per la foto di rito e il disbrigo di una serie di adempimenti burocratici.

ELEZIONE DEI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO

A Montecitorio, come per palazzo Madama, l’elezione dei due presidenti sarà a scrutinio segreto con i parlamentari che, ricevuta la scheda di voto, la compilano nelle apposite cabine per poi deporla nelle urne. Si tratta di una votazione unica in entrambi i rami del Parlamento. Alla Camera per la prima votazione è necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera, mentre dalla seconda bastano i due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. In Senato invece l’elezione è più veloce e normalmente si conclude in un paio di giorni. Da regolamento è, infatti, richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti l’assemblea nei primi due scrutini. Nel caso che questi ultimi non diano esito positivo, è sufficiente nel terzo scrutinio la maggioranza assoluta dei voti dei senatori presenti. Dopo questo scrutinio, qualora nessuno abbia ottenuto la maggioranza richiesta, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che abbiano incassato nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

I GRUPPI PARLAMENTARI

Dopo l’elezione dei presidenti delle Camere, i parlamentari dovranno dichiarare a quale gruppo vogliono iscriversi. Da regolamento, per costituire un gruppo alla Camera servono 20 deputati, al Senato 10 senatori. Sono però possibili deroghe a discrezione delle presidenze in base ad alcuni criteri. I parlamentari che non fanno dichiarazione di appartenenza a nessun gruppo confluiscono nel gruppo Misto. L’accoglienza dei parlamentari a palazzo dovrebbe tenersi il 10 ottobre.

FORMAZIONE DEL NUOVO GOVERNO

Solo dopo il completamento delle procedure parlamentari il presidente della Repubblica avvia le consultazioni del nuovo governo nello studio alla Vetrata.

PREMIER INCARICATO

Il presidente della Repubblica chiama al Quirinale il premier designato dai gruppi politici per conferirgli l’incarico, che accetta normalmente con riserva. In questo caso il premier incaricato avvia di persona delle Consultazioni con i gruppi politici per sondare la disponibilità a un eventuale sostegno. Alla fine dei colloqui il presidente del Consiglio sale al Quirinale e scioglie la riserva: confermando di essere o meno pronto ad avviare il nuovo esecutivo. In caso di incarico confermato, il presidente del Consiglio presenta al capo dello Stato la lista dei ministri, che dovranno essere nominati con decreto del presidente della Repubblica.

GIURAMENTO

La squadra di governo sarà accolta nel salone delle feste del Quirinale per il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica.

CERIMONIA DELLA CAMPANELLA

È un tradizionale rito simbolico che si svolge a Palazzo Chigi nel quale avviene la consegna dello strumento con cui si dà inizio alle riunioni del Consiglio dei ministri e che segna formalmente il passaggio di potere tra il presidente del Consiglio uscente e quello entrante.

FIDUCIA ALLE CAMERE

Dopo l’avvicendamento tra i due presidenti, il neoeletto si presenta a Camera e Senato per verificare la fiducia del Parlamento. Questo passaggio è così regolamentato dall’articolo 94 della Costituzione: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. […] La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione”.

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