Il ministro degli Interni annuncia anche i decreti su migranti e sicurezza: "Sarà più difficile fare i furbetti per chi arriva in Italia"

Un messaggio lanciato ai genovesi a oltre un mese dal crollo del ponte Morandi. E un altro ai 'furbetti' dell'immigrazione che avranno vita più dura da lunedì, quando approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri il decreto su sicurezza e immigrazione. Entrambi portano la firma di Matteo Salvini, in visita al Salone nautico di Genova. Un appuntamento che quest'anno diventa un simbolo anche del rilancio del capoluogo della Liguria. Il segnale del vicepremier e ministro dell'Interno è chiaro: "Genova e l'Italia non cercano vendetta ma giustizia e futuro".

Dopo aver raccolto le macerie, la città dei 'caruggi' è alle prese con gli sforzi per ripartire. La domanda che molti si pongono, in fin dei conti, è questa: Autostrade parteciperà alla ricostruzione del ponte? Salvini risponde prima diplomatico e poi arrembante: "Lo deciderà il commissario, che condivideremo come Governo, Comune e Regione Liguria. Autostrade ha sbagliato, dovrà pagare, dovrà chiedere scusa, dovrà fare 18 passi indietro". L'augurio del leader leghista è che Autostrade non rallenti il processo con cavilli e ricorsi. "Qua – sottolinea – c'è da pensare a quei 43 morti che hanno pagato il biglietto dell'autostrada per finire come sono finiti. Ognuno deve fare il suo. Conto di tornare l'anno prossimo di questi tempi e di vedere che Genova torna a correre con il ponte".

In ogni caso, il fronte più caldo in questa partita resta la scelta del commissario. L'identikit preciso ancora non c'è, però ci sono delle ipotesi di lavoro. Salvini assicura che il prescelto dovrà ricevere, insomma, il placet di Comune e Regione. Chiunque assumerà questo ruolo, com'è ovvio, non avrà davanti a sé una passeggiata. "Per carità, non lo invidio – si lascia scappare il vicepremier – dovrà essere bravo, onesto, veloce, fortunato e competente e dare le risposte che tutta Italia si aspetta".

Ma non c'è solo il dossier Genova sul tavolo del Governo. E il titolare del Viminale, arrivato nel capoluogo ligure con una t-shirt bianca con disegni rossi del Salone nautico, racconta che la sua giornata è iniziata all'alba con un "gradevolissimo caffè" con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi. Il motivo? "Limare gli ultimi passaggi del decreto che, fieramente, dopo mesi di lavoro, lunedì ore 10, tornato Di Maio, tornato Conte, arriverà in Consiglio dei ministri". Nel provvedimento rientreranno non solo misure contro i 'profughi vacanzieri' e lo stop ai permessi di soggiorno per motivi umanitari sostituiti con permessi per cure mediche, meriti civili e in caso di arrivo da Paesi soggetta a calamità naturale, ma anche una stretta sul noleggio dei furgoni e i sospettati di terrorismo internazionale. E, ancora, il raddoppio dei tempi per chi sta nei Cpt e l'estensione della sperimentazione del taser alla polizia locale per i Comuni con più di 100mila abitanti.

Bando ai malumori, comunque, tra i giallo-verdi. Almeno a parole. Salvini, a questo proposito, segnala: "Non mi sembra che ci sia nessun ostacolo né dal Quirinale né dai Cinquestelle. Ci sono alcune correzioni tecniche che ci hanno richiesto da fare". E il segretario del partito di via Bellerio, in nome dello slogan 'Prima degli italiani', fa una promessa: "Sarà più difficile fare i furbetti per gli immigrati che arrivano in Italia, sarà più difficile restarci. E, se fai domanda di asilo e prendi a pugni un giornalista o un poliziotto, la domanda di asilo te la straccio e torni al tuo Paese". Chiaro, no?

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