Roma, 27 ott. (LaPresse) – “I matrimoni gay contratti all’estero non possono essere trascritti in Italia. Il motivo? Semplice: il nostro ordinamento non lo consente, perché alla base del rito matrimoniale c’è la differenza di sesso: uomo-donna. Una decisione così normale e scontata quella del Consiglio di Stato che da’ ragione su tutta la linea al ministro Alfano e all’allora prefetto di Roma, ‘rei’ secondo il sindaco Marino e il Tar della cosa più giusta: far applicare la legge che, nel caso specifico, si fonda tra l’altro sul diritto naturale. Il Consiglio di Stato rimanda al mittente anche il presunto vincolo delle autorità italiane, in merito, ad atti europei o trattati internazionali”. E’ quanto dichiara il deputato di Area popolare Alessandro Pagano.

“Due sono quindi le considerazioni: Marino si è dimostrato sindaco ‘fuorilegge’ e, inoltre – prosegue Pagano – abbiamo avuto la conferma dell’ipocrisia e dell’arroganza di una certa frangia ideologica trasversale che non si è fatta scrupoli allora di delegittimare e attaccare a testa bassa il ministro dell’Interno, cercando lo scontro istituzionale, pur di far passare anche con le brutte un principio che non esiste e che è destinato a scardinare le fondamenta antropologiche della nostra società. Un atteggiamento da parte delle lobby gay inaccettabile – conclude il parlamentare di Ap – come dimostra tra l’altro l’introduzione nel nuovo testo Cirinnà sulle unioni civili dell’esplicito riconoscimento delle nozze gay contratte all’estero. E che dovrebbe portare il premier Renzi, proprio nel dibattito sul riconoscimento dei diritti civili alle coppie conviventi, a un supplemento di riflessione”.

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