Roma, 28 set. (LaPresse) – “La circostanza che, in caso di fallimento di una impresa, lo Stato pretenda in modo privilegiato rispetto a tutti gli altri creditori non solo i propri crediti per imposte non versate, ma anche quelli per le sanzioni, è una delle intollerabili manifestazioni di statalismo suicida, tale per cui lo Stato, pur di tentare di accaparrarsi tutto e lasciare agli altri creditori le briciole, finisce per concorrere alle difficoltà a catena delle imprese creditici e ritrovarsi costi sociali maggiori di quanto riesce ad incassare: le sanzioni tributarie non possono essere privilegiate rispetto ai legittimi diritti di credito dei privati”. Lo ha detto Enrico Zanetti, deputato di Scelta Civica e Sottosegretario al Mef, intervenendo oggi a Capri al convegno sulla crisi e continuità di impresa organizzato dall’Istituto Curatori Fallimentari.

“Prometto il mio impegno al Governo e quello di tutta Scelta Civica in Parlamento – ha aggiunto Zanetti, a margine dell’evento – per una modifica normativa che in nove anni di sedicenti governi liberali, anti spesa e pro imprese non è mai stata fatta, forse anche per la scarsa competenza di una classe parlamentare selezionata principalmente in funzione della disponibilità a votare cose come Ruby nipote di Mubarak”.

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