Si parte con la selezione della giuria per il rapper e produttore americano accusato da centinaia di donne
(LaPresse/Ap) Con la selezione della giuria sta per iniziare il processo per abusi sessuali a Sean “Diddy” Combs a New York. Il rapper e produttore americano, noto anche come ‘Puff Daddy’, dovrà rispondere di accuse che includono associazione a delinquere e sfruttamento della prostitute oltre i confini statali.
Le accuse a ‘Puff Daddy’
L’accusa afferma che Sean ‘Diddy’ Combs, 55 anni, costringeva le donne a partecipare ad atti sessuali con prostitute durante festini a base di droga. Sostengono che abbia usato violenza e minacce per mantenere le sue vittime obbedienti e silenziose. Gli avvocati della star affermano che i rapporti sessuali erano consensuali. Combs si è dichiarato non colpevole. Si prevede che il processo durerà almeno otto settimane.
Nell’atto di accusa di 17 pagine, Combs viene accusato di traffico sessuale e di aver guidato un’organizzazione criminale: l’accusa sostiene che, con l’aiuto di persone del suo entourage e di dipendenti della sua rete di aziende, la star abbia messo in atto per 20 anni violenze e abusi nei confronti di donne e altre persone. Per tenere le presunte vittime sotto controllo, Combs avrebbe usato un mix di influenza e violenza: offriva loro di promuovere la loro carriera nel mondo dello spettacolo se facevano ciò che chiedeva, minacciando di tagliarle fuori se non lo facevano. E quando non otteneva ciò che voleva, secondo l’atto d’accusa, il rapper e i suoi collaboratori ricorrevano ad atti violenti, tra cui percosse, rapimenti e incendi dolosi. Una volta, secondo l’atto d’accusa, avrebbe persino fatto penzolare qualcuno da un balcone.
Sean Diddy Combs, l’arresto che ha fatto tremare Los Angeles
Il rapper era stato arrestato e portato in carcere nel settembre 2024 e l’inchiesta che lo vede coinvolto ha fatto tremare gran parte dello show biz americano. Le violenze sarebbero infatti avvenute anche in occasione dei numerosi party che il produttore era solito organizzare nelle sue ville con moltissimi invitati famosi: le case del magnate della musica a Los Angeles e Miami sono state perquisite a fondo dagli agenti federali, nel corso delle indagini.
‘Puff Daddy’ e le accuse di abusi, cosa c’entra Justin Bieber nella vicenda
Dopo l’arresto di Sean Diddy Combs molte altre presunte vittime si sono fatte avanti per denunciare i presunti abusi subiti dal rapper e in rete hanno iniziato a girare vecchi video nei quali si vedeva il cantante in compagnia di un giovanissimo Justin Bieber. La pop star canadese non ha mai parlato apertamente della vicenda ma c’è chi ha dichiarato che l’ex enfant prodige sia stato tra le vittime di Combs, tra questi l’ex produttore Suge Knight.

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Puff Daddy ha ammesso un episodio di violenza che probabilmente finirà nel processo che inizia oggi. Nel 2016, una telecamera di sicurezza lo ha ripreso mentre picchiava la sua ex fidanzata, la cantante R&B Cassie, nel corridoio di un hotel di Los Angeles. La donna ha intentato una causa alla fine del 2023 sostenendo che Combs l’aveva sottoposta ad anni di abusi, tra cui percosse e stupro.
Sean ‘Diddy’ Combs, tutti i guai con la legge
Il processo che prende il via a New York è l’ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs. Nel 1999 era stato accusato di aver fatto irruzione negli uffici di un dirigente della Interscope Records con le sue guardie del corpo e di averlo picchiato con una bottiglia di champagne e una sedia. Il dirigente, Steve Stoute, ha poi chiesto ai pubblici ministeri di essere clementi con Combs, che si è dichiarato colpevole di un reato minore e ha frequentato un corso di gestione della rabbia.
Nello stesso anno, Combs è stato fermato dalla polizia dopo che lui e la sua allora fidanzata, Jennifer Lopez, erano fuggiti da un nightclub dove tre persone sono rimaste ferite da colpi d’arma da fuoco. Il cantante è stato assolto da tutte le accuse relative all’incidente in un processo del 2001, ma un rapper del suo entourage, Jamal “Shyne” Barrow, è stato condannato per la sparatoria e ha scontato quasi nove anni di carcere. Nel 2015 il magnate dell’hip hop era stato accusato di aver aggredito con un oggetto una persona in una palestra dell’Università della California, a Los Angeles, dove uno dei suoi figli giocava a football. Combs ha detto che si stava difendendo e i pubblici ministeri hanno archiviato il caso.
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