Il capo della Casa Bianca ha salvato il familiare che rischiava il carcere
Joe Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter. Il terzogenito del presidente americano rischiava di finire in carcere per reati federali riguardanti le tasse e armi da fuoco, per i quali era stato dichiarato colpevole in due diversi processi.
Hunter Biden, l’accusa al processo per evasione
Il terzo figlio del capo della Casa Bianca è stato graziato dal padre dopo che a settembre aveva accettato di dichiararsi colpevole nell’ambito di un processo nel quale era accusato di avere evaso le tasse tra il 2016 e il 2019 per 1,3 milioni di dollari, rispetto ai proventi derivanti dalle sue attività con aziende straniere. Hunter Biden aveva accettato senza l’accordo che era stato precedentemente proposto dai suoi avvocati e in base al quale avrebbe mantenuto il punto sulla sua innocenza, pur accettando la condanna e l’eventuale pena, in cambio della mancata celebrazione del processo. L’accordo, che nel gergo processuale Usa si chiama ‘Alford deal’, avrebbe dovuto essere accettato sia dall’accusa che dal giudice del processo, Mark Scarsi.
Hunter Biden e il processo per l’acquisto illegale di armi
Il figlio del presidente rischiava già il carcere dopo la condanna di giugno in un processo che ha rivelato dettagli sulla sua lotta contro la dipendenza da crack. Hunter Biden era stato dichiarato colpevole da una giuria del Delaware per avere acquistato illegalmente una pistola nel 2018, nonostante la sua dipendenza da alcol e droghe, contro cui stava combattendo.
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