La 46enne Tetiana vive e lavora in città come consulente finanziaria: "Troppo tempo tra promesse armi da Occidente e loro arrivo"

La paura che la Russia possa tentare di prendere il controllo di Kharkiv “c’è”, ma “non siamo nel 2022 quando i carri armati attraversavano la città, abbiamo capito cos’è la guerra. Nessuno ha intenzione di vivere sotto la Russia: questa è la nostra posizione di principio. Resisteremo fino alla fine”. Lo dice a LaPresse Tetiana, 46enne di Kharkiv che vive e lavora nella città Ucraina come consulente finanziaria. La donna spiega che gran parte degli abitanti ha “un piano B” qualora l’evacuazione dovesse rendersi necessaria, ma al momento “siamo tutti uniti”. “Non c’è una sola famiglia che non sia stata toccata dalla guerra – aggiunge -, mio fratello, mio cugino e molti nostri amici sono in prima linea”. 

A Kharkiv “la situazione continua a peggiorare” e le condizioni delle persone “si stanno deteriorando” aggiunge Tetiana. “Le persone si ammalano sempre di più a causa dello stress – aggiunge -, è impossibile a livello piscologico addormentarsi e svegliarsi ogni notte a causa delle esplosioni o degli allarmi per i droni”. La donna racconta degli anziani che vivono ancora nella seconda città del Paese: “Ci sono pensionati che sono rimasti in città senza la possibilità di andarsene, famiglie con bambini piccoli, ci sono circa 1,5 milioni di persone ancora a Kharkiv e ho paura a immaginare cosa succederà il prossimo inverno con gli impianti di riscaldamento danneggiati o distrutti”. Nonostante tutto Tetiana resta fiduciosa: “Resisteremo, crediamo nelle nostre forze armate e tutti si stanno aiutando“. 

Siamo grati per il sostegno fornito dall’Europa e dall’Italia, ma voglio sottolineare che, dal momento in cui viene promessa assistenza al momento in cui viene fornita, a partire dai sistemi di difesa aerea, passa molto tempo. Ogni giorno una famiglia perde la propria casa o seppellisce un persona cara e i soldati al fronte muoiono” sottolinea la 46enne di Kharkiv che vive e lavora nella città Ucraina come consulente finanziaria.

Quanto ai politici occidentali contrari all’invio di nuove armi in Ucraina, “non capisco perché i Paesi europei non possano fornire 2-3 sistemi di difesa aerea per Kharkiv – aggiunge -, è quello che ci manca e cambierebbe davvero il corso della guerra”. Il ricordo torna poi alla vita prima dell’inizio della guerra: “Kharkiv è la seconda città dell’Ucraina, un polo tecnologico e culturale pieno di vita. Era una città studentesca, mentre ora è chiamata ‘la giungla di cemento’ a causa dei combattimenti”.

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