La replica del premier dello Stato ebraico: "Parole vane, sarebbe una sconfitta per Israele"

Tre settimane per presentare un “piano d’azione per Gaza e far “cambiare rotta” alla nave di Israele dove “una piccola minoranza ha preso il controllo del ponte di comando e la sta conducendo verso un muro di rocce”. E’ l’ultimatum lanciato dal leader centrista e membro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, al premier Benjamin Netanyahu. In caso contrario il grande favorito in tutti i sondaggi qualora Israele dovesse recarsi alle urne, lascerà il governo

Gantz si è rivolto direttamente al premier. “Ti conosco molto bene da anni come leader e patriota israeliano e sai cosa bisogna fare – ha affermato – devi scegliere fra unità e faziosità, tra sionismo e cinismo, tra responsabilità e illegalità, tra vittoria e disastro”. Gantz ha parlato di sei obiettivi che devono essere raggiunti fra cui la liberazione degli ostaggi, la sconfitta di Hamas e il ritorno degli abitanti del nord di Israele alle loro case. Un altro punto è dedicato ai rapporti con l’Arabia Saudita con cui è necessario – a dire di Gantz – promuovere la normalizzazione come parte di una mossa complessiva che creerà un’alleanza con il mondo libero e il mondo arabo contro l’Iran”.

Quanto al futuro di Gaza il pensiero del ministro è chiaro: “occorre istituire un’amministrazione americana-europea-araba che gestirà la Striscia e getterà le basi per un’alternativa futura che non sia Hamas o Abbas”.

Pronta la risposta di Netanyahu. Secondo il primo ministro le condizioni che Gantz ha posto sono “parole vane” il cui significato “è chiaro: fine della guerra e sconfitta per Israele”. Il leader del Likud ha aggiunto che l’ultimatum invece sarebbe dovuto essere nei confronti di Hamas. Le accuse di Gantz a Netanyahu arrivano a poche ore dalla notizia della sospensione delle trattative su tregua e liberazione ostaggi fra Israele e Hamas. Secondo fonti coinvolte nei colloqui, i mediatori di Egitto e Qatar avrebbero verificato che le posizioni non consentono di raggiungere un accordo. Una fonte straniera ha affermato al quotidiano israeliano Haaretz che i negoziati attualmente sono “in un vicolo cieco” esprimendo tuttavia la speranza che la situazione possa cambiare nei prossimi giorni. Colloqui, seppur “indiretti”, ci sono stati invece nei giorni scorsi in Oman fra Stati Uniti e Iran per discutere di come evitare un’escalation a poco più di un mese dall’attacco iraniano contro Israele del 13 aprile, che ha portato il Medioriente sull’orlo di una guerra regionale. Prosegue intanto l’operazione dell’Idf a Rafah. L’esercito israeliano ha reso nto di aver recuperato il corpo di un altro ostaggio, il 53enne Ron Benjamin.

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