Si chiama Juraj Cintula: si sarebbe avvicinato al premier per stringergli la mano prima di aggredirlo

Sarebbe un 71enne della città di Levice, Juraj Cintula, l’uomo arrestato per aver sparato al premier slovacco Robert Fico. Lo avrebbe chiamato e si sarebbe avvicinato per stringergli la mano, per poi essere bloccato dalla polizia dopo gli spari. Nel corridoio del dipartimento in seguito all’arresto, avrebbe ammesso di essere in disaccordo con le politiche dell’attuale governo, guidato dal leader di Smer.

Secondo i media nazionali, il sospettato sarebbe nato nel 1953 e avrebbe sparato con una pistola che possedeva legalmente, da quando nel 2016 era rimasto ferito da un ubriaco mentre lavorava nella security in un centro commerciale. Cintula sarebbe uno scrittore, fondatore nel 2005 del Club letterario Duha, che ha presieduto fino al 2016, autore di raccolte di poesie e un simpatizzante di sinistra. E’ anche membro dell’Associazione degli scrittori slovacchi, che ha espresso “indignazione per un atto così brutale, che non ha precedenti nella storia della Slovacchia”. In relazione alla pubblicazione di una sua raccolta di poesie, l’uomo si sarebbe descritto come “un ribelle” con “un animo inquieto”.

Secondo i media, Cintula avrebbe anche cercato di avviare il Movimento contro la violenza, che aspirava a diventare partito politico “contro la violenza di ogni tipo, dallo stato di guerra alla violenza domestica fisica o psicologica contro le donne, i bambini, gli anziani, gli uomini, gli animali, la violenza nelle strade delle città e città. Violenza sulla scena internazionale, in Europa, dove crescono la militarizzazione, l’estremismo, il neonazismo e l’anarchia”. Il portale Aktuality ha contattato il figlio dell’uomo, che si è detto sconvolto. “Non ho assolutamente idea di cosa volesse fare mio padre, cosa avesse pianificato, perché sia successo”, ha rimarcato, e alla domanda sulle idee politiche del genitore ha risposto che “non ha votato per Fico. Questo è tutto quello che posso dire al riguardo”.

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