Un lungo passaggio è dedicato alla situazione di Gaza, per la quale si ribadisce la necessità del "rilascio immediato degli ostaggi e un cessate il fuoco"

La questione Israele-Iran ha tenuto banco nella giornata conclusiva della riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Capri. La parola d’ordine è “de-escalation”, anche alla luce delle notizie dell’attacco notturno nella zona di Isfahan in Iran. Cambia così l’ordine dei lavori dell’ultima sessione della ministeriale, conclusa con la messa a punto dei tre documenti finali, dedicati al Medioriente, all’Ucraina e alle “sfide globali”.

L’invito rivolto dal G7 a “tutte le parti” in causa in Medioriente è quello di “lavorare per prevenire un’ulteriore escalation” nell’area. “Chiediamo a tutte le parti, sia nella regione che oltre – scrivono i ministri – di offrire il loro contributo positivo a questo sforzo collettivo”. In mattinata era stato Tajani a ribadire “l’invito alla prudenza al fine di evitare un’escalation nell’area mediorientale”. Il G7 chiede inoltre “che l’Iran e i suoi gruppi affiliati cessino i loro attacchi”, con i ministri che si dicono “pronti ad adottare altre sanzioni in risposta a ulteriori iniziative destabilizzanti”. Viene chiesto a Teheran “di astenersi dal fornire sostegno ad Hamas, agli Hezbollah libanesi e ad altri attori non statali”.

Un lungo passaggio è dedicato alla situazione di Gaza, per la quale si ribadisce la necessità del “rilascio immediato degli ostaggi e un cessate il fuoco che permetta di aumentare l’assistenza umanitaria. Il rifiuto di Hamas di rilasciare ostaggi – viene sottolineato – non fa altro che prolungare il conflitto e la sofferenza dei civili”. Un richiamo viene fatto anche ad Israele: “Ribadiamo – si legge – la nostra opposizione a un’operazione militare su vasta scala a Rafah, che avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”. Nel documento dedicato all’Ucraina si conferma il sostegno del G7 a Kiev e l’impegno a “rafforzare le capacità di difesa aerea, per salvare vite umane e proteggere infrastrutture critiche”. Sugli asset russi immobilizzati saranno “esplorate tutte le strade possibili” per aiutare l’Ucraina “a ottenere un risarcimento dalla Russia, in linea con i nostri rispettivi sistemi giuridici”.

Il terzo e ultimo documento finale è dedicato alle “sfide globali”, tra queste l’immigrazione clandestina: “I paesi di origine, transito e destinazione devono lavorare insieme per fermare il traffico di migranti e la tratta di esseri umani e sostenere la dignità e il valore della persona umana, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Lavoreremo per ridurre la migrazione irregolare e prevedere una migrazione regolare, sicura e ordinata sulla base delle pertinenti normative nazionali sovrane”, scrivono i ministri degli Esteri del G7, promettendo “sostegno” ai partner “nell’affrontare le cause profonde dell’instabilità in Africa e in altre regioni e paesi di origine, promuovendo al contempo un ciclo di crescita fondato sull’enorme potenziale del continente, in particolare in vista di una transizione giusta e pulita e di una crescita dell’accesso all’energia elettrica, offrendo soluzioni alternative alla migrazione irregolare”.

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