Il rogo è scoppiato durante dei lavori di ristrutturazione. Il sindaco: "Non avevano i permessi"

È di 29 morti e diversi feriti gravi il bilancio di un incendio scoppiato in un night club a Istanbul, in Turchia, durante dei lavori di ristrutturazione. Lo riferiscono autorità e media locali. L’agenzia di stampa turca Anadolu riporta che almeno otto persone sono rimaste ferite, sette delle quali sono ricoverate in ospedale in condizioni gravi.

Il locale si trovava al piano terra di un edificio residenziale di 16 piani nel quartiere di Besiktas, sul lato europeo della città attraversata dal Bosforo. 

Il governatore di Istanbul, Davut Gul, ha dichiarato ai giornalisti presenti sul posto che le cause dell’incendio sono in corso di accertamento e che si ritiene che le vittime fossero coinvolte nei lavori di ristrutturazione. Il rogo è stato portato sotto controllo.

Cinque fermati per interrogatori

Cinque persone sono state fermate per essere interrogate. Lo ha riferito il ministro della Giustizia, Yilmaz Tunc, spiegando che tra i fermati ci sono i gestori del club e un responsabile dei lavori di ristrutturazione. 

Sindaco: “Nightclub non aveva permessi per ristrutturazione”

Il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, rieletto alle elezioni locali di domenica, ha dichiarato che le autorità stanno ispezionando l’intero edificio. Il locale, inoltre, non aveva ottenuto i permessi necessari per intraprendere i lavori di ristrutturazione, ha detto il primo cittadino. La polizia ha isolato l’area, mentre l’energia elettrica e il gas naturale del quartiere sono stati interrotti per precauzione. I residenti sono stati evacuati in sicurezza dall’edificio.

Il nightclub, che secondo il suo sito web poteva ospitare fino a 4mila persone, era chiuso per il mese sacro musulmano del Ramadan. I proprietari stavano cercando di completare i lavori di ristrutturazione in tempo per la festa dell’Eid della prossima settimana, che segue il mese di digiuno. “Ci vediamo il 10 aprile”, aveva fatto sapere il club in un messaggio pubblicato sul suo sito web. Il governo ha nominato tre procuratori e diversi investigatori per indagare sul caso.

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