Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha sollevato la possibilità di istituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti da Paesi arabi
IN AGGIORNAMENTO – Durante la sua visita a Washington questa settimana, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha sollevato la possibilità di istituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti da Paesi arabi a Gaza e scortare i convogli di aiuti umanitari. Lo scrive Axios, citando due alti funzionari israeliani. “Una mossa del genere costruirà un organo di governo nell’enclave che non sia Hamas e affronterà il crescente problema di Israele con gli Stati Uniti per quanto riguarda la situazione umanitaria a Gaza”, ha detto uno dei due funzionari citati dal sito americano.
Colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e israeliani su potenziali operazioni militari a Rafah potrebbero aver luogo a Washington lunedì. Lo riferisce la Cnn citando funzionari statunitensi. I colloqui previsti per questa settimana si sono interrotti dopo che gli Stati Uniti si sono rifiutati di bloccare la risoluzione delle Nazioni Unite sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio dei prigionieri detenuti da Hamas. Ora, secondo l’emittente americana, la delegazione israeliana ha proposto di riprogrammare i colloqui per lunedì.
Venti famiglie di ostaggi tenuti da Hamas a Gaza incolpano il primo ministro Benjamin Netanyahu per il fallimento dei colloqui per il ritorno dei prigionieri israeliani e ne sollecitano la sostituzione. Lo riporta il Times of Istael. Fra loro Ayala Metzger, il cui suocero Yoram Metzger è tenuto prigioniero, ed Einav Tsengauker, madre di Matan Zangauker, anch’egli detenuto a Gaza. “È lui l’ostacolo all’accordo – argomentano – Non abbiamo scelta. Lavoreremo per sostituirlo immediatamente: questo è il modo più veloce per garantire un accordo”.
Parenti ostaggi: “Netanyahu ostacolo all’accordo va rimosso”
Venti famiglie di ostaggi tenuti da Hamas a Gaza incolpano il primo ministro Benjamin Netanyahu per il fallimento dei colloqui per il ritorno dei prigionieri israeliani e ne sollecitano la sostituzione. Lo riporta il Times of Istael. Fra loro Ayala Metzger, il cui suocero Yoram Metzger è tenuto prigioniero, ed Einav Tsengauker, madre di Matan Zangauker, anch’egli detenuto a Gaza. “È lui l’ostacolo all’accordo – argomentano – Non abbiamo scelta. Lavoreremo per sostituirlo immediatamente: questo è il modo più veloce per garantire un accordo”.
Media Egitto: “Domani al Cairo riprendono colloqui Israele-Hamas”
I colloqui fra Israele e Hamas per trovare un’intesa sulla tregua riprenderanno domani al Cairo. Lo riferisce la televisione egiziana Al Qahera, citando una fonte della sicurezza.
Attacco con drone su un veicolo Onu in Libano ma Idf smentisce
Un attacco israeliano con drone avrebbe colpito questa mattina un veicolo militare dell’Unifil, la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, vicino alla città di Rmeish, in Libano, ferendo diversi soldati dell’Unifil e un cittadino libanese. Lo riporta l’agenzia libanese Nna citando un proprio corrispondente. Un elicottero dell’Unifil, viene riferito, è giunto sul luogo dell’attacco e ha soccorso i feriti. Stando alle prime informazioni, a rimanere feriti sono stati 3 militari e un civile con il ruolo di traduttore.
L’Idf (Forze di difesa israeliane) nega di aver effettuato un attacco contro un veicolo con le forze dell’Unifil delle Nazioni Unite nel sud del Libano. “Contrariamente a quanto riportato, stamattina l’Idf non ha attaccato un veicolo dell’Unifil nella zona di Rmeish” in Libano, affermano i militari in una nota. I media libanesi hanno affermato che diversi osservatori dell’Unifil sono rimasti feriti nell’attacco. Lo riporta il Times of Israel.
A bordo del veicolo militare c’erano un tre membri dell’Unifil di nazionalità australiana, cilena e norvegese, oltre a un traduttore libanese. Lo riporta l’agenzia libanese Nna citando un proprio corrispondente da Tiro. Secondo i media libanesi, il veicolo sarebbe stato colpito da un drone israeliano, mentre Tel Aviv ha smentito di essere coinvolta.
Da Cipro nave con aiuti per Gaza
Un secondo carico di aiuti umanitari ha lasciato il porto di Larnaca (Cipro) per Gaza. Stando a quanto riporta l’agenzia cipriota Cna, tre navi e una piattaforma galleggiante hanno lasciato il porto cipriota per fare rotta verso Gaza, poco dopo le 14 di oggi pomeriggio (le 13 italiane), trasportando circa 875 tonnellate di aiuti umanitari.
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