Nel 2022 i militari presero in ostaggio 800 persone in un teatro nella capitale russa

E’ di almeno 40 morti e oltre 100 feriti il bilancio dell’attacco terroristico al Crocus City Hall, sala per concerti situata a nordovest di Mosca. Una strage che sembra riportare a quelle dei primi anni duemila, quando la Russia era impegnata nei combattimenti con le milizie separatiste della Cecenia.

Nell’ottobre 2002, i militanti ceceni presero in ostaggio circa 800 persone in un teatro di Mosca. Due giorni dopo, le forze speciali fecero irruzione nell’edificio e il bilancio finale fu di 129 ostaggi e 41 combattenti ceceni rimasti uccisi. La maggior parte morirono a causa degli effetti di un gas narcotico usato dalle forze russe per avere la meglio sugli assalitori.

Nel 2004 il massacro di Beslan, nel sud della Russia. Trenta miliziani ceceni occuparono una scuola della località, facendo centinaia di ostaggi. L’assedio si concluse con un bilancio in termini di vittime ancora più grave: 330 morti, metà dei quali erano bambini. 

Nell’ottobre 2015 una bomba piazzata dallo Stato islamico fece cadere un aereo passeggeri russo sul Sinai, uccidendo tutte le 224 persone a bordo, la maggior parte delle quali erano russi in vacanza di ritorno dall’Egitto.

Il gruppo, che opera principalmente in Siria e in Iraq, ma anche in Afghanistan e in Africa, negli ultimi anni ha rivendicato anche diversi attacchi nell’instabile Caucaso e in altre regioni russe e ha reclutato combattenti dalla Russia e da altre parti dell’ex Unione Sovietica. 

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