Le condizioni per l'accesso all'interruzione di gravidanza cambiano da Paese in Paese, ecco la situazione

La Francia è diventato il primo Paese al mondo a inserire il diritto all’aborto in Costituzione. Il via libera definitivo al disegno di legge è arrivato con un voto storico dei due rami del Parlamento riuniti in una sessione congiunta al Palazzo di Versailles. La tutela della libertà delle donne di interrompere volontariamente la gravidanza era stata promessa dal presidente Emmanuel Macron dopo i passi indietro fatti negli Usa con il ribaltamento da parte della Corte Suprema della storica sentenza del 1973, nota come Roe v. Wade. La ministra francese per l’uguaglianza di genere Aurore Bergé ha recentemente espresso la speranza che la misura adottata in Francia ispiri anche altri Paesi dell’Unione europea. Al momento le condizioni per l’accesso all’aborto cambiano molto tra Paesi europei, alcuni lo hanno inasprito mentre altri lo hanno esteso. Si passa dal divieto quasi totale in Polonia o Malta, alla Spagna dove è prevista la possibilità per le 16enni di abortire senza bisogno del consenso dei genitori.

Polonia

Attualmente l’aborto in Polonia è legale solo se la gravidanza è il risultato di un’aggressione sessuale o di un incesto, o se minaccia la vita o la salute della madre. Secondo i gruppi per i diritti decine di migliaia di donne, per aggirare il divieto, abortiscono a casa usando pillole vietate oppure si recano all’estero. Il nuovo premier Donald Tusk, alla guida di un governo europeista che ha sostituito quello del partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS), ha promesso di introdurre nel Paese l’aborto legale e sicuro fino alla dodicesima settimana. Tuttavia un simile progetto di legge minaccia di essere ostacolato dal presidente conservatore Andrzej Duda.

Malta

L’anno scorso l’isola ha modificato il divieto totale di aborto aprendo alla possibilità di interrompere la gravidanza ma solo nel caso in cui la vita della donna sia a rischio. Inizialmente la bozza di legge prevedeva la legalizzazione dell’aborto anche in una situazione di grave rischio per la salute di una donna incinta, ma successivamente il testo è stato modificato rendendo possibile l’aborto solo quando la vita della donna “è a rischio”, continuando a vietare l’aborto in tutte le altre circostanze. Ciò ha sollevato serie preoccupazioni sul fatto che i termini della legge possano “minare in modo significativo gli sforzi per proteggere la salute e la vita delle donne durante la gravidanza”, ha riferito il Centro per i diritti riproduttivi, con sede a New York.

Ungheria

Nel Paese l’aborto è legale dal 1953, ma le regole sono state inasprite nel 2022. La riforma ha introdotto l’obbligo per le donne incinte di ascoltare il battito cardiaco del feto prima di poter interrompere la gravidanza. La normativa prevede inoltre che i medici debbano presentare un rapporto che confermi che la donna abbia ascoltato il battito. Le donne devono inoltre essere sottoposte a due consultazioni obbligatorie. L’attuale Costituzione ungherese prevede poi che il feto debba essere “protetto fin dal concepimento”.

Spagna

Il Paese iberico sotto il governo di Pedro Sanchez ha approvato lo scorso anno una riforma dell’aborto che ha introdotto la possibilità per le minorenni, dai 16 anni in su, di interrompere volontariamente la gravidanza senza bisogno del consenso dei genitori. La normativa ha anche garantito l’accesso all’aborto nelle strutture del sistema sanitario pubblico più vicine alla propria abitazione e ha sancito l’obbligo per lo Stato di garantire che ci sia personale sanitario disponibile a praticare aborti in “tutti gli ospedali pubblici”. La legge ha introdotto un registro degli obiettori di coscienza e ha eliminato l’obbligo dei tre giorni di riflessione per la donna dal momento in cui chiede di abortire.

Irlanda

Nel 2018 il Paese ha votato “Sì” alla modifica della Costituzione per consentire una legislazione che permetta alle donne di abortire. Si trattò di un referendum storico che ribaltò uno dei divieti di interruzione della gravidanza più rigidi dell’Unione europea. Sebbene oggi in Irlanda l’aborto sia legale e gratuito fino alle 12 settimane di gravidanza, le donne riscontrano problemi nell’accesso al servizio e si registrano situazioni diseguali sul territorio, hanno denunciato gruppi di attivisti per i diritti. 

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