Il leader di Tel Aviv pensa a un piano post guerra: critiche da Blinken e dall'Autorità palestinese

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha presentato al gabinetto di sicurezza un piano per la gestione di Gaza dopo la guerra, con l’obiettivo di insediare “funzionari locali non affiliati al terrorismo” per amministrare la Striscia al posto di Hamas. Il documento, reso noto nella notte tra giovedì e venerdì, è in gran parte una raccolta di principi che il premier ha espresso fin dall’inizio della guerra, ma è la prima volta che vengono formalmente presentati al governo per l’approvazione.

Il piano di Netanyahu

Il piano include fra gli aspetti chiave anche la chiusura dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, e prevede che dopo la fine della guerra Israele controlli la sicurezza in una Striscia di Gaza smilitarizzata e abbia un ruolo negli affari civili. Il progetto è stato duramente criticato dall’Autorità palestinese, che lo ha liquidato come “destinato a fallire”. “I piani di Netanyahu mirano a perpetuare l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e a impedire la creazione di uno Stato palestinese”, ha denunciato Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell’Autorità palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, “Gaza sarà parte dello Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”.

La condanna Usa

Anche il segretario di Stato americano Antony Blinken ha bocciato l’idea israeliana, sottolineando che “non ci dovrebbe essere una rioccupazione di Gaza e le dimensioni del territorio non dovrebbero essere ridotte”. Fonte di preoccupazione per gli Stati Uniti è anche l’annuncio del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich di voler approvare la costruzione di oltre 3.300 nuove abitazioni nella Cisgiordania occupata, negli insediamenti israeliani di Maale Adumim, Efrat e Kedar. “Sono controproducenti per raggiungere una pace duratura e sono incoerenti con il diritto internazionale”, ha ammonito Blinken.

Colloqui a Parigi

Intanto, mentre nella Striscia il bilancio delle vittime ha raggiunto i 29.514 civili uccisi, a Parigi si sono riuniti il direttore della Cia, Bill Burns, e la delegazione israeliana, guidata dal capo del Mossad, David Barnea, e dal capo dello Shin Bet, Ronen Bar, oltre a rappresentanti di Qatar ed Egitto. Nella capitale francese si discute una nuova proposta di accordo per il rilascio degli ostaggi e la cessazione delle ostilità a Gaza. Secondo alti funzionari palestinesi informati sui dettagli dei negoziati, il gruppo estremista non ha cambiato la sua posizione e chiede ancora che il cessate il fuoco includa il ritiro israeliano dalla Striscia. 

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