Il consigliere del presidente ucraino Zelensky a LaPresse: "Mosca non vuole negoziati, ma dominio su Europa"

Il prossimo 24 febbraio saranno due anni dall’invasione della Russia in Ucraina, 24 mesi in cui le truppe di Kiev e il popolo ucraino hanno “resistito”, dimostrando che si può “combattere e vincere” contro la Russia. Lo ha detto a LaPresse Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. 

Podolyak ha analizzato questi ultimi due anni di guerra, evidenziando la necessità di poter “combattere alla pari” con la Russia e che, con il sostegno dei paesi occidentali, le possibilità di sconfiggere Vladimir Putin “sono ancora alte”. “Due anni di resistenza effettiva da parte dell’Ucraina sono sufficienti per rendersi conto di tre punti fondamentali. Primo: è possibile combattere e vincere contro la Russia. Certo, la Russia è un grande Paese in termini di risorse. Ma questo Paese combatte solo con i numeri. Il numero di persone mobilitate e di vecchi equipaggiamenti. Tutto questo può essere efficacemente distrutto da buone soluzioni militari ad alta tecnologia“, ha spiegato Podolyak.

“In secondo luogo – ha proseguito il consigliere presidenziale -, la Russia non vuole e non può tornare ai formati di vita moderni e preferisce l’escalation, la guerra e la pressione a qualsiasi altra forma di politica estera”. In terzo luogo, prosegue “per ottenere risultati vincenti sul campo di battaglia, abbiamo bisogno di risorse militari pari a quelle della Russia. Vale a dire un numero comparabile di missili, munizioni, droni e aerei”. Oggi, dopo due anni di guerra, “le prospettive dell’Ucraina di chiudere la guerra in modo equo, con la perdita della Russia, non sono affatto cambiate: sono ancora alte, se si verifica una serie di condizioni”, ha aggiunto Podolyak. 

Podolyak: “Russia non vuole negoziati ma dominio su Europa”

La Russia non vuole dei negoziati, ma la capitolazione dell’Ucraina, e non solo. E vuole un dominio schiacciante in Europa”, ha aggiunto il consigliere del presidente ucraino. Commentando la possibilità che alcuni Paesi spingano per una soluzione negoziale perché poco convinti di una possibile vittoria di Kiev, Podolyak ha sottolineato che “l’esito di una guerra non è una conseguenza della fede. Si tratta di un attento calcolo matematico delle risorse, di decisioni gestionali di qualità e di preparazione psicologica”.

“Oggi dobbiamo pensare in modo diverso. La Russia ha completamente abbandonato le norme del diritto internazionale. La Russia ha ricostruito il suo Paese in un campo militarizzato in cui le persone non hanno diritti e libertà. Ma ci sarà un gran numero di persone che hanno vissuto la guerra, gli omicidi di massa e che vorranno continuare a uccidere”, ha affermato il consigliere presidenziale, sottolineando che “la Russia preferirà sempre la guerra ad altri modi di risolvere i problemi. Ecco perché oggi è necessario rendersi finalmente conto dell’impossibilità di qualsiasi forma di relazione con la Russia. Soprattutto di quella negoziale. La Russia non vuole i negoziati, ma la capitolazione dell’Ucraina, e non solo, e un dominio schiacciante in Europa”.

Per Podolyak “è necessario smettere di cercare soluzioni inesistenti e assumersi le proprie responsabilità, aumentare la produzione militare, sostenere l’Ucraina con volumi sufficienti di equipaggiamenti”. “La guerra è sempre negativa, ovviamente. Ma se la guerra è già in corso e questa guerra riguarda il futuro, le regole, le garanzie di stabilità, la guerra deve essere vinta”, ha detto ancora il consigliere di Zelensky. 

Podolyak: “Ritorno territori occupati è prerequisito per fine guerra”

“Il ritorno obbligatorio dei territori occupati dell’Ucraina è uno dei prerequisiti per porre fine alla guerra. Qualsiasi altro scenario significherà solo la continuazione della guerra in altri formati, con escalation periodiche, con un aumento dell’escalation in tutta l’Europa orientale, con la continua militarizzazione della Russia”, ha aggunto Podolyak. “La liberazione dei territori, il ritorno del diritto internazionale, l’obbligo imposto alla Russia di conformarsi alle regole globali e la trasformazione politica obbligatoria del sistema politico russo sono le condizioni per la pace. Il resto è finzione”, ha sottolineato Podolyak, che ha poi rivolto un appello a “sbarazzarsi delle illusioni” e a “non trasferire alle prossime generazioni le tragedie che una Russia senza dubbio sconfitta moltiplicherà”.

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