"La situazione è critica", riferiscono a LaPresse alcuni agricoltori arrivati alla mobilitazione da Burgos

I 500 trattori entrati oggi a Madrid stanno arrivando davanti al ministero dell’Agricoltura, nei pressi della stazione di Atocha. La mobilitazione per chiedere prezzi equi, una revisione della Politica agricola comune e controlli alle importazioni da Paesi terzi, è stata indetta da Union de Uniones, organizzazione agraria che si è smarcata dalle altre tre principali associazioni spagnole. Il corteo è partito intorno alle 14 da Puerta de Alcalà dove si sono registrate tensioni tra la polizia e i manifestanti. Le colonne di trattori, che sono entrate questa mattina da differenti punti nella città, hanno bloccato il traffico nelle centrali calle Serrano e calle de Alcalà. Il corteo ha proseguito il percorso verso il ministero passando per calle Alfonso XII. Molti i cartelli contro l’agenda 2030. “Via il tiranno Sanchez, via l’agenda 2030”, si leggeva su un display affisso a un camion con il simbolo dell’associazione ultraconservatrice Hazte Oir. Alla manifestazione stanno partecipando agricoltori arrivati da tutta la Spagna. 

“La situazione è critica”, riferiscono a LaPresse alcuni agricoltori arrivati alla mobilitazione da Burgos, città che si trova nella regione agricola della Castilla y Leon. “Negli ultimi tre anni sono saliti molto i costi di produzione ma, mentre negli ultimi due anni sono aumentati anche i prezzi di vendita e abbiamo resistito, ora questi sono diminuiti e la situazione è diventata insostenibile”, hanno riferito, sottolineando che le misure richieste dall’Unione europea comportano degli ulteriori costi aggiuntivi che gli agricoltori non riescono a coprire. “Il problema principale sono le spese che abbiamo”, se a questo non si troverà una soluzione, l’agricoltura “crollerà”, “non tutta ma il 20-30% sì”, ha riferito uno degli agricoltori, sottolineando che l’unica opzione che ha davanti è quella di ridurre la produzione. Se tutti però adotteranno questa opzione, ci sarà meno disponibilità di alimenti, hanno riferito gli agricoltori, affermando che nel giro di due anni si cominceranno a vedere gli effetti della diminuzione della produzione.

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