La normativa che non è stata notificata correttamente può essere disapplicata dai giudici nazionali. Lollobrigida: "Non ci sarà procedura infrazione"

La Commissione Europea ha chiuso in anticipo la procedura di notifica della legge italiana che vieta la produzione e commercializzazione della carne ‘coltivata’ o sintetica, vale a dire prodotta in laboratorio a partire da cellule animali: il Parlamento italiano, nell’adottare la legge, infatti, non ha rispettato il periodo di sospensione di tre mesi che, secondo le normative europee, si deve attendere tra la notifica all’Ue di un nuovo progetto di regolamentazione tecnica e l’adozione del progetto stesso a livello di legge. “Il 29 gennaio 2024 la Commissione ha chiuso la procedura di notifica sul portale Tris sulla legge italiana che vieta le carni coltivate. Ciò è dovuto al fatto che l’Italia ha adottato il testo prima della scadenza del periodo sospensivo previsto dall’articolo 6 della direttiva Tris. Pertanto, e alla luce della pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia, la Commissione invita l’Italia a informarla del seguito dato“, ha riferito a LaPresse una portavoce della Commissione Europea. La “pertinente giurisprudenza della Corte di Giustizia” citata dalla portavoce fa riferimento ad alcune sentenze, come ad esempio la cosiddetta ‘Sentenza Cia Security’ del 30 aprile 1996, secondo cui “al giudice nazionale”, “compete la disapplicazione di una regola tecnica nazionale che non sia stata notificata conformemente alla direttiva“. Il divieto di produzione e commercio di carne coltivata, dunque, potrebbe essere disapplicato dai giudici italiani. 

Cosa prevede la direttiva Tris

Secondo la direttiva Tris, gli Stati membri devono informare la Commissione di qualsiasi progetto di regolamentazione tecnica prima della sua adozione. A partire dalla data di notifica del progetto, un periodo di status quo di tre mesi – durante il quale lo Stato membro notificante non può adottare la regolamentazione tecnica in questione – consente alla Commissione e agli altri Stati membri di esaminare il testo notificato e rispondere adeguatamente. Laddove emerga che i progetti notificati possono creare ostacoli alla libera circolazione delle merci o alla libera prestazione di servizi della società dell’informazione, oppure al diritto secondario dell’Ue, la Commissione e gli altri Stati membri possono presentare un parere circostanziato allo Stato membro che ha notificato il progetto. Il parere circostanziato ha l’effetto di prorogare il periodo di status quo per altri tre mesi, per i prodotti, e di un altro mese, per i servizi. Nel caso in cui sia emesso un parere circostanziato, lo Stato membro interessato è tenuto a spiegare l’intervento che intende compiere in risposta a tale parere. 

Lollobrigida: “Non ci sarà procedura di infrazione”

“La Commissione europea ha chiuso la procedura Tris, avviata a seguito della notifica della legge sulla carne coltivata. La chiusura comporta che sia stata definitivamente accertata, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto della Ue in tema di mercato interno. Diversamente, la Commissione avrebbe proceduto con un parere circostanziato, a prescindere dalle modalità di notifica. Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione, né richiesta all’Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull’applicazione della legge da parte dei giudici nazionali. Come per tutti i provvedimenti che entrano in vigore in Italia, spetta ai giudici nazionali, in sede di applicazione, l’ulteriore vaglio di compatibilità con il diritto unionale”. Così il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata