Nella dichiarazione si parla di due kamikaze, che avrebbero agito con giubbotti esplosivi

È stato un attacco kamikaze quello avvenuto ieri a Kerman, nel centro dell’Iran, dove due esplosioni sono avvenute vicino alla tomba in cui è sepolto Qassem Soleimani, il generale iraniano a capo della Forza Quds del quale ricorreva proprio ieri il quarto anniversario dell’uccisione in un raid Usa in Iraq. A riportarlo è l’agenzia di stampa iraniana Irna, che cita una fonte ben informata.

Inizialmente si era parlato di borse-bomba, ma secondo la fonte citata da Irna l’analisi dei filmati delle telecamere a circuito chiuso e di altre prove ha portato a stabilire che sicuramente la prima delle due esplosioni è stata sicuramente causata da un attentatore suicida. Per quanto riguarda la seconda esplosione, la fonte riferisce che le indagini sono ancora in corso ma che è probabile che anche in questo caso si sia trattato di un kamikaze. La fonte ha riferito a Irna che l’attentatore suicida responsabile della prima esplosione era un uomo, che è stato completamente smembrato a causa dello scoppio; la sua identificazione è in corso.

L’Isis ha rivendicato tramite i suoi profili Telegram, riporta Al-Arabiya. L’Associated Press ha precisato di non aver potuto verificare in maniera indipendente la veridicità della rivendicazione anche se presentava alcune somiglianze con altre avanzate dal gruppo estremista. Nella dichiarazione – viene spiegato – si parla di due kamikaze che avrebbero effettuato gli attacchi con giubbotti esplosivi. Inoltre viene usato un linguaggio denigratorio nei confronti degli sciiti, che che lo Stato Islamico considera eretici.

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