Mille soldati inviati nelle aree disastrate per unirsi agli sforzi di salvataggio
Il potente terremoto di magnitudo 7.6 che ha scosso ieri (primo gennaio) la costa occidentale del Giappone ha provocato almeno 55 morti, concentrati a Ishikawa, epicentro del sisma. Lo riferiscono funzionari del governo. I decessi accertati sono 24 nella città di Wajima, 20 a Suzu, 5 a Nanao, 2 ad Anamizu e Noto e 1 nelle città di Hakui e Shika.
L’esercito giapponese ha inviato 1.000 soldati nelle zone disastrate per unirsi agli sforzi di salvataggio, ha detto il primo ministro Fumio Kishida, sottolineando che si stanno affrontando “danni su larga scala”. Le autorità di regolamentazione del settore nucleare hanno affermato che diversi impianti nucleari nella regione funzionano normalmente. Le persone evacuate dalle loro case si accalcano negli auditorium, nelle scuole e nei centri comunitari. I treni ad alta velocità nella regione sono stati cancellati, ma in alcune località il servizio è stato ripristinato. Tratti di autostrade sono stati chiusi, le tubature dell’acqua sono scoppiate e in alcune zone il servizio di telefonia mobile è stato interrotto. La scossa più forte è stata seguita da numerose scosse di assestamento.
Diciassette le persone gravemente ferite
Sono 17, inoltre, le persone che risultano gravemente ferite a causa del terremoto. Secondo le autorità locali, i danni alle abitazioni sono così consistenti che al momento non è stato possibile quantificarne il valore. Secondo quanto riferito dai media giapponesi, decine di migliaia di case sono state distrutte.
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