L'episodio risale al 15 dicembre. David Kozak, studente di filosofia 24enne, prima di entrare in azione aveva ucciso anche il padre. Si è sparato con un fucile

Il killer che ha aperto ieri il fuoco nell’università Carolina di Praga, uccidendo 14 persone, è sospettato di aver ucciso anche un uomo e sua figlia di 2 mesi il 15 dicembre a Praga. È quanto afferma il capo della polizia Martin Vondrasek. Si ritiene che l’uomo abbia ucciso anche suo padre ieri nella sua città di Hostoun, a ovest di Praga, e che avesse anche intenzione di uccidersi.In precedenza era stato riferito che l’uomo fosse collegato alla morte di 2 persone avvenuta la settimana scorsa nella foresta di Klanovicky vicino a Praga. 

Il primo ministro ceco Petr Fiala ha annunciato che il governo ha dichiarato per domani una giornata di lutto nazionale per onorare le vittime della sparatoria avvenuta ieri nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carlo IV a Praga. Il bilancio è di 14 morti e 25 feriti. Si tratta della sparatoria più sanguinosa nella storia della Repubblica Ceca. La peggiore fino a ieri risaliva al 2015, quando un uomo armato aprì il fuoco nella città sudorientale di Uhersky Brod, uccidendo otto persone prima di spararsi.

“Al momento stiamo continuando a lavorare sulla scena della sparatoria” fa sapere la polizia della Repubblica Ceca in un post sui social. “Abbiamo identificato 11 persone decedute e stiamo lavorando per confermare altre identità. Prevediamo di completare le operazioni iniziali sulla scena in mattinata”. Tra i feriti ci sono anche cittadini stranieri: 2 che provengono dagli Emirati Arabi Uniti e uno dai Paesi Bassi, come reso noto dal ministero degli Interni ceco. 

Il killer che ha aperto ieri il fuoco nel corridoio della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carlo IV di Praga, ha ferito anche tre persone per strada. Quando la polizia lo ha avvicinato, lui si è sparato con un fucile. É quanto riferisce la polizia della Repubblica Ceca in una conferenza stampa. La polizia ha aggiunto che il killer aveva permessi per la detenzione regolare di 8 armi in totale, due delle quali erano armi a canna lunga, presumibilmente quelle che ha utilizzato nella sparatoria in cui ha ucciso 14 persone e ne ha ferite 25.

Premier Fiala: “Restiamo uniti in questi momenti difficili”

“Dobbiamo affrontare questa situazione insieme. Vi preghiamo di restare uniti in questi momenti difficili“. È quanto scrive in un messaggio sul social X il primo ministro ceco Petr Fiala, all’indomani della sparatoria nell’Università Carolina di Praga in cui sono morte 14 persone e 25 sono rimaste ferite. “Il brutale attacco di ieri ha colpito tutta la nostra società”, ha aggiunto, “stiamo attraversando un periodo doloroso e triste e il nostro pensiero va a coloro che sono stati direttamente colpiti dalla tragedia di ieri”. “Molte persone hanno perso i loro cari e amici, la profondità del loro dolore e del loro lutto è difficilmente immaginabile”, si legge ancora nel post, “anche per rispetto nei loro confronti, evitiamo di dare giudizi affrettati e di diffondere informazioni non verificate”.

La vicenda

Il killer ha percorso i corridoi della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carlo IV di Praga aprendo il fuoco su studenti e docenti, che hanno provato a salvarsi arrampicandosi fuori dalle finestre o barricandosi nelle aule. Il bilancio della sparatoria più sanguinosa della storia della Repubblica Ceca è di almeno 14 morti e 25 feriti, tra cui alcuni in condizioni gravi. Una strage il cui colpevole è stato identificato nello studente di filosofia 24enne David Kozak. Quando il killer ha visto arrivare gli agenti si è suicidato.

Nel suo passato accademico aveva ottenuto una laurea in studi storico-europei e un master in storia, concentrandosi su quella della Polonia. Ma era la morte che sembrava affascinarlo più di ogni altra cosa. “Mi presento, mi chiamo David e voglio attaccare una scuola e poi suicidarmi”, scriveva solo qualche giorno fa su Telegram. “Ho sempre desiderato uccidere, pensavo che in futuro sarei diventato un maniaco”, si legge nei sui ultimi messaggi, “poi, quando Ilnaz Galyaiev ha fatto esplodere la sua scuola, mi sono reso conto che era molto più vantaggioso commettere omicidi di massa che seriali”. Il riferimento è al 19enne che ha ucciso 9 persone nella sua scuola a Kazan, in Russia, nel 2021.

“L’ultima spinta”, come l’ha definita lo stesso Kozak, gliel’avrebbe però data Alina Afanaskina, 14enne che con una pistola ha sparato qualche mese fa a una compagna nella scuola di Bryansk, sempre in Russia. “Ho visto l’azione di Alina nel mio sogno”, scriveva il 24enne, “era come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo al momento giusto”. Sembra quindi che Kozak non avesse nessun legame con il terrorismo internazionale, come confermato anche dal ministro dell’Interno ceco Vit Rakusan, tra i primi a raggiungere il luogo della sparatoria. I sospetti sono ricaduti su di lui dopo la segnalazione alle autorità della morte violenta di un uomo, classe 1968, in una cittadina della Boemia centrale. Per la vicenda la polizia stava cercando un giovane nato nel 1999. Quel giovane sarebbe proprio Kozak, e l’uomo trovato senza vita sarebbe suo padre, forse ucciso prima di compiere la strage.

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