Due giorni dopo l'esercito dello Stato Ebraico avrebbe distrutto i veicoli coinvolti in quanto potenziali prove

L’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere ha indicato l’esercito israeliano come responsabile di un attacco a un suo convoglio avvenuto lo scorso 18 novembre a Gaza City. In un comunicato, l’ong ha riferito che “tutti gli elementi” raccolti finora supportano quella ipotesi, e ha quindi chiesto “spiegazione formale alle autorità israeliane, oltre a un’indagine indipendente per stabilire i fatti e le responsabilità”. Nell’attacco, due persone sono rimaste uccise: entrambe le vittime erano familiari di membri dello staff di Msf, uno di loro era anche un volontario che supportava l’azione medica all’ospedale di Al Shifa. Secondo l’ong l’attacco è “apparso subito come deliberato, contro mezzi di Msf, con il simbolo dell’organizzazione ben riconoscibile”. Due giorni dopo, poi, “un bulldozer e un veicolo militare pesante dell’esercito israeliano” avrebbero distrutto cinque veicoli di Msf coinvolti nell’attacco, in quanto potenziali prove contro Israele: nel video, filmato dallo staff dell’Ong, si vedono le vetture andare a fuoco.

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