Il regime sciita avrebbe tessuto una rete globale di milizie che sostiene con armi, denaro e addestramento

Lo Stato ebraico non è solo sotto attacco da parte dei suoi vicini, ma anche di molti paesi. La testata tedesca Welt ha ricevuto informazioni dai servizi segreti che dimostrano che esiste una rete che si estende fino al Sahara. Nella regione si starebbe formando una milizia contro Israele e da intercettazioni telefoniche dei suoi leader emergerebbero piani terribili. Dall’inizio della guerra a Gaza, i nemici di Israele hanno fatto a gara con minacce e fantasie di sterminio, e alcuni sono intervenuti attivamente per sostenere Hamas. Hezbollah, riconosciuta come organizzazione terroristica da molti paesi, dal Libano lancia quasi ogni giorno razzi su Israele e ha tentato di infiltrarsi nel paese attraverso il confine. Le comunità israeliane vicino al confine settentrionale hanno dovuto essere evacuate. Presumibilmente anche i militanti siriani si sono uniti alla lotta contro Israele, e gli Huthi dello Yemen hanno dichiarato apertamente guerra a Tel Aviv e preso di mira il sud del Paese con missili a lungo raggio e droni, intercettati dalle forze statunitensi. In Iraq le milizie sciite hanno attaccato le basi militari americane e il Parlamento algerino ha votato in blocco a favore della guerra contro Israele. Anche le milizie provenienti dalle zone più remote dell’Africa accolgono con favore gli attacchi allo Stato ebraico e offrono sostegno ai suoi nemici. L’Iran è accusato di essere dietro a tutte queste attività. Il regime sciita avrebbe tessuto una rete globale di milizie che sostiene con armi, denaro e addestramento e che utilizza in cambio nella sua strategia del terrore contro l’Occidente in generale e contro gli Stati Uniti e Israele in particolare. Dai rapporti dei servizi segreti che Welt ha potuto consultare in esclusiva, Teheran sta espandendo la sua rete da diversi anni e non sostiene più solo le organizzazioni sciite e sunnite, ma anche quelle che non hanno legami con Israele e l’Islam fondamentalista. 

Il Fronte Polisario, milizia con base nei campi profughi di Tindouf, nel sud dell’Algeria, è un buon esempio di come Teheran agisce in questo senso. Il movimento indipendentista, sostenuto dall’Algeria, si considera il vero rappresentante delle popolazioni locali del Sahara Occidentale, la striscia desertica che si estende lungo la costa atlantica. Nel 1991 è stato raggiunto il cessate il fuoco, sostenuto dalle Nazioni Unite, tra il Fronte Polisario e il Marocco, ma nel 2020 ha ripreso la lotta contro il Regno. Il gruppo controlla una piccola parte del Sahara Occidentale e un campo nella provincia algerina di Tindouf, al confine con il Marocco, dove vivono circa 150.000 Sahrawi. A causa del sostegno al Fronte Polisario, il Marocco ha interrotto le relazioni con l’Iran nel 2018. Hezbollah, la milizia più potente sostenuta dall’Iran, “ha inviato rappresentanti militari al Polisario, ha fornito armi al fronte e li ha addestrati alla guerra urbana”, aveva affermato il ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita. I membri del Polisario nel Sahara Occidentale avrebbero ricevuto da Teheran missili terra-aria e droni e Hezbollah avrebbe allestito campi in Algeria, dove addestra i combattenti del Polisario. Mentre i leader del Fronte Polisario e di Hezbollah hanno negato le accuse, il Marocco ha affermato di possedere un vasto dossier contenente rapporti dettagliati e immagini satellitari degli incontri tra rappresentanti di Hezbollah e del Polisario in Algeria. Il Marocco ha affermato che l’Iran ha anche contribuito a organizzare incontri tra il Fronte Polisario e Hezbollah attraverso la sua ambasciata in Algeria. L’anno scorso, un rappresentante del Fronte Polisario sosteneva che l’Iran, attraverso l’Algeria, forniva loro droni kamikaze da utilizzare contro il Marocco.

Nuovi rapporti dei servizi segreti consultati da Welt confermerebbero le accuse del Marocco. La testata tedesca è in possesso di registrazioni e trascrizioni di conversazioni telefoniche tra rappresentanti del Polisario e un agente che si presenta come contatto di Hezbollah in Costa d’Avorio. Mustafa Muhammad Lemine Al-Kitab è l’agente di collegamento del Polisario in Siria e responsabile per il Medioriente. In una conversazione registrata il 23 ottobre, circa due settimane dopo l’attacco a Israele di Hamas, l’agente ha chiesto informazioni sulla situazione a Lemine Al-Kitab. Il rappresentante del Polisario risponde: “Sia lode ad Allah. I giovani sono incoraggiati dalla vittoria della resistenza e dalle azioni contro gli ebrei e dalla vittoria su di loro ovunque”, “vedo che la resistenza si accende ovunque. È scoppiata a Gaza, può scoppiare nel Golan” e nel sud del Libano e “scoppierà anche nel Sahara Occidentale e ci sarà una resistenza unitaria. Ognuno sparerà da un posto diverso” su Israele. Nel corso del colloquio il rappresentante di Hezbollah e l’emissario del Polisario discutono della possibilità di attacchi congiunti contro Israele con Hamas, Hezbollah, Algeria e Iran. Lemine Al-Kitab sottolinea che le risorse del Fronte Polisario non sono ancora sufficienti per attaccare, ad esempio, l’ambasciata israeliana in Marocco, e chiederebbe un sostegno ancora maggiore da parte di Hezbollah e dell’Iran.

Welt aveva già rivelato all’inizio dell’anno l’esistenza di una rete hawala che opera dalla Spagna e dai campi di Tindouf in Algeria e mantiene stretti contatti con il Polisario, l’Iran, il Libano e Hezbollah. Si tratta di un metodo per trasferire denaro senza passare attraverso i canali ufficiali delle banche. Ad esempio, una persona paga un importo a un ‘hawaladar’ a Beirut, ne informa il suo ufficiale di collegamento in Algeria, che versa la somma al beneficiario locale, senza che il denaro venga spostato. Le scorte di contanti degli ‘hawaladar’ in Europa, Africa e Medioriente vengono bilanciate o, se necessario, contrabbandando contanti, gioielli o orologi di lusso. L’Iran nasconde i suoi aiuti finanziari a Hezbollah, Hamas e probabilmente anche al Fronte Polisario utilizzando reti hawala i cui flussi finanziari sono difficili da controllare.

L’Iran ha sempre attaccato gli stati arabi che considera “troppo occidentali” e che si stanno avvicinando a Israele. La milizia che combatte contro il Marocco è diventata ancora più utile a Teheran da quando il Marocco ha firmato gli Accordi di Abramo con Israele. In cambio, gli Stati Uniti hanno riconosciuto le rivendicazioni marocchine sul Sahara Occidentale. Lo Stato nordafricano è così diventato il fulcro dei tentativi iraniani di destabilizzare la regione. E a quanto pare il Polisario si starebbe armando nella lotta contro il Marocco: due settimane fa sono stati lanciati razzi contro le zone residenziali della città di Smara, nel Sahara occidentale controllato dal Regno. Secondo le autorità marocchine un uomo è stato ucciso e altri tre feriti. Si sospetta il Fronte Polisario. Mustafa Muhammad Lemine Al-Kitab, inviato del Polisario per il Medioriente, avrebbe già sposato la retorica di Hamas: “Questa guerra è una guerra di jihad e di resistenza contro l’occupazione e contro il progetto sionista”, ha affermato nell’intercettazione della conversazione telefonica del 23 ottobre, “la resistenza ha un prezzo in termini di perdite. Sappiamo che questa libertà avrà un prezzo alto, faremo sacrifici e martiri, ma alla fine vinceremo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata