Si aggrava l'emergenza sanitaria. Dal valico di Rafah arrivano 80 camion di aiuti. L’intelligence israeliana riconosce il piano di reinsediamento degli abitanti di Gaza in Egitto

Nella notte nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza, con l’Idf che avrebbe colpito, secondo fonti palestinesi, nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds, nell’area di Tal-Alhwa. Bombardamenti registrati anche su alcune basi di Hazbollah in Libano. L’esercito israeliano conferma di star colpendo in tutta la Striscia. Intanto, Hamas sarebbe pronto a concludere un accordo sullo scambio di prigionieri con Israele. Lo ha confermato ad Al Jazeera il portavoce dell’organizzazione palestinese, Hazem Kasem, secondo il quale il movimento è pronto a rilasciare tutti i prigionieri in cambio di tutti quelli detenuti da Israele. Il portavoce ha inoltre osservato che Hamas spera di “affrontare la battaglia attuale, contando sulle proprie forze e sulla capacità di resistenza del popolo palestinese“. IN AGGIORNAMENTO

Autorità Gaza: “Forze Israele entrate da Nord-Ovest”

Il ministero degli Interni di Gaza ha riferito che le forze israeliane sono entrate nel nord-ovest di Gaza e sono presenti ad Al Karama, un quartiere a nord di Gaza City, e in Salah al-Din Street, l’autostrada principale della Striscia. Lo riporta il New York Times. Secondo il dicastero di Gaza le forze israeliane stanno cercando di raggiungere Al-Rasheed Street, un’autostrada costiera, “mentre cercano di dividere la parte settentrionale della Striscia di Gaza da quella meridionale”. 

Israele: “Numerosi scontri con Hamas a Gaza”

Le forze israeliane hanno ingaggiato nella notte “numero scontri” con i miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha detto alla Bbc Peter Lerner, uno dei portavoce dell’esercito israeliano. Secondo Lerner le truppe israeliane stanno “distruggendo Hamas passo dopo passo, e colpo dopo colpo”. Il piamo militare di Israele è quello di “distruggere le loro infrastrutture”.Lerner accusa anche Hamas di usare anche moschee ed edifici civili come basi. 

Autorità Gaza: “219 morti in ultimo giorno di raid”

È di 219 morti il bilancio delle vittime dell’ultima giornata di raid israeliani nella Striscia di Gaza. Lo afferma il locale ministero della Sanità, guidato da Hamas. Dall’inizio della guerra nell’enclave palestinese sono morte 8.525 persone, tra cui 3.542 bambini e 2.187 donne. Secondo il portavoce del dicastero, Ashraf al-Qidra, il principale generatore di energia dell’ospedale indonesiano di Beit Lahia, a nord di Gaza, ha smesso di funzionare a causa per carenza di carburante. Al-Qidra ha aggiunto che molti ospedali rischiano di non poter operare nei prossimi giorni se non riprenderanno le consegne di carburante.

Idf: “Arrestati in Cisgiordania 38 palestinesi, anche membri Hamas”

L’esercito di Israele riferisce che 38 palestinesi ricercati sono stati arrestati nella notte in Cisgiordania e fra loro ci sono 8 membri di Hamas. Secondo l’Idf, le truppe hanno confiscato armi e nella città di Qabatiya, a sud di Jenin, contro i soldati sarebbero stati lanciati degli esplosivi, il che avrebbe portato a uno scontro a fuoco. 

Tajani: “Attacco concentrico contro Israele”

“E’ chiaro che c’è un attacco concentrico contro Israele”. Lo ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina in Triennale a Milano, commentando la notizia di un drone intercettato da Israele e proveniente dallo Yemen. “Si sa che in Yemen ci sono organizzazioni legate a Hezbollah, legate a certe posizioni che cercano di colpire anche Israele”, ha aggiunto Tajani, “ci sono iniziative che partono anche da alcune parti della Siria“.

Responsabile aiuti Onu parla con famiglie di Gaza

Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza dell’Onu, Martin Griffiths, ha parlato con alcune famiglie palestinesi che si trovano a Gaza. “Ciò che hanno dovuto sopportare dal 7 ottobre è più che devastante – ha scritto su ‘X’ – quando una bambina di 8 anni ti dice che non vuole morire, è difficile non sentirsi impotenti”.

Media, Israele intercetta drone, forse da Yemen 

L’allarme risuonato stamattina a Eilat, nel sud di Israele, era stato attivato a causa di un drone che si stava avvicinando a Israele e che è stato alla fine intercettato dall’esercito israeliano (Idf) fuori dai confini di Israele. È quanto riporta Haaretz. Il giornale riferisce di avere saputo da fonti di sicurezza che è possibile che il drone sia stato lanciato dallo Yemen e che un’indagine è in corso. 

Idf: “Ostaggi a Gaza sono 240”

L’esercito di Israele (Idf) ha aggiornato il numero degli ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre nel sud di Israele, fissandolo a 240. Lo riportano i media israeliani. 

Tajani: “Coloni non aizzino violenza”

“Noi abbiamo sempre detto che Hamas è un’organizzazione terroristica. Siamo con Israele, ma da entrambe le parti la prima preoccupazione deve essere per i civili. La reazione di Israele deve essere proporzionata. È un monito anche ai coloni. Né loro, né i gruppi palestinesi devono incentivare la violenza sulla popolazione civile”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, in un’intervista a ‘La Stampa’. “Bisogna evitare una escalation, non favorire la violenza da entrambe le parti”, ha aggiunto. “Questo vale per i coloni in Cisgiordania e per i palestinesi. Anche i coloni devono essere prudenti. Noi siamo amici di Israele, ma bisogna comprendere quali sono le condizioni. È una situazione al calor bianco, è il momento più difficile per la diplomazia. Quel che possiamo fare è mandare messaggi di pace, chiedere la liberazione dei civili, mandare aiuti, chiedere che la popolazione civile palestinese venga tenuta fuori dalla reazione di Israele”. Tajani ribadisce che “l’obiettivo a cui bisogna lavorare sono i due popoli, due Stati“. “La Palestina ha diritto ad un suo Stato, l’unico modo per tagliare l’erba sotto i piedi di Hamas è dare una prospettiva a questa aspirazione. Questa è la soluzione. Che riconosca, ovviamente, lo Stato di Israele, che non può essere considerato uno scherzo sulla carta geografica, come pensano alcuni fondamentalisti”

Allarme a Eilat per sospetta intrusione drone

L’allarme è risuonato a Eilat e nelle aree circostanti, nel sud di Israele, per la sospetta intrusione di un drone. Lo riferiscono i media israeliani, aggiungendo che l’esercito di Israele (Idf) sta facendo verifiche sull’incidente. Times of Israel ricorda che l’allarme giunge dopo che gli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, sono stati accusati di aver tentato di lanciare droni e missili contro Israele nelle ultime due settimane. I missili sono stati abbattuti dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, mentre i droni si sono schiantati contro città nella penisola egiziana del Sinai. La settimana scorsa l’Idf ha dichiarato che una “minaccia aerea” è stata intercettata da un jet da combattimento israeliano sul Mar Rosso. 

Idf: “Ucciso leader Hamas che attaccò kibbutz il 7 ottobre”

Aerei da combattimento, guidati dall’intelligence militare e dallo Shin Bet, hanno ucciso il comandante del battaglione Beit Lahiya della Brigata Nord di Hamas, Nassim Abu Ajina, che aveva lanciato gli attacchi di Hamas contro i residenti del Kibbutz Erez e Moshav Netiv Ha’ Assara. Lo rende noto l’Idf in un suo aggiornamento sulla situazione in Medioriente. In passato, Ajina – spiega Idf – ha comandato l’aeronautica di Hamas e ha contribuito a sviluppare l’uso di droni da parte dell’organizzazione terroristica. La sua morte “è molto importante perché infligge un duro colpo agli sforzi dell’organizzazione terroristica Hamas che cerca in ogni momento di ostacolare le operazioni di terra dell’Idf”.

Hamas: “Rilascio ostaggi con cessate il fuoco”

“Noi non siamo sicuri di come stiano gli ostaggi, la settimana scorsa il portavoce delle Brigate Qassam ha detto che forse circa 50 sono stati uccisi insieme alla nostra gente e sono sotto le macerie delle case a causa dei bombardamenti israeliani. Ma noi abbiamo detto fin dall’inizio che siamo disposti a rilasciare tutti gli ostaggi, parliamo di civili e stranieri, immediatamente in presenza di un cessate il fuoco”. Lo ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3.

Hamas: “Non possiamo proteggere civili”

“Noi oggi non possiamo proteggere i civili, tutto ciò che possiamo fare è solo difenderci cercando di attaccare le truppe israeliane”. Lo ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3. Alla domanda se si sia perso il controllo dell’ordine nella Striscia, alla luce dell’assalto ai magazzini con le scorte di aiuti umanitari, Naim ha risposto: “Hamas è impegnata unicamente nelle attività militari contro l’occupazione, l’altra parte della nostra vita, la vita civile, è controllata dal governo all’interno di Gaza e tutti i ministeri e quando lasci gente in queste condizioni è possibile che si perda un po’ di controllo”. 

Hamas: “Propaganda idiota dire che impediamo fuga civili a sud”

Hamas nega l’accusa secondo cui impedirebbe ai civili di spostarsi verso il sud della Striscia di Gaza. “Davvero crede a questa propaganda idiota? Credevo ne avessero una migliore. Come possiamo impedire a un milione di persone di spostarsi?”, ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali a Gaza, rispondendo a una domanda in merito posta nel corso di un’intervista fatta da Agorà, su Rai3. E alla domanda sulle accuse di Israele, secondo cui Hamas ha un suo centro operativo sotto l’ospedale Shifa di Gaza City, Basem Naim ha dichiarato: “L’hanno detto molte volte, nel 2008 dissero la stessa cosa, nel 2012, nel 2014 e nel 2021, credo sia solo un tentativo mal riuscito di legittimare loro aggressione”.

Hamas: “Italia sbaglia, coinvolta in aggressione a palestinesi”

“Purtroppo il governo italiano ha scelto di nuovo la destra, la parte destra della storia, è un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti coinvolte nell’aggressione del nostro popolo”. È quanto ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3. “Israele oggi non agisce da solo, agisce per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Come possiamo affrontare tutto questo? Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo”.

Hamas: “Guerra non iniziata da noi, atto difesa da occupazione”

“Non accetto la narrazione israeliana” secondo cui la guerra è stata iniziata da Hamas, “noi siamo sotto occupazione da oltre 75 anni, è stato un atto di difesa, secondo il diritto internazionale tutti abbiamo il diritto di difenderci, di opporci all’occupazione con tutti i mezzi possibili, anche la resistenza armata”. Lo ha detto un leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali a Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3.

Arrestati 3 affiliati Isis nel nord di Israele

La polizia israeliana e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno annunciato l’arresto di tre residenti delle città arabe settentrionali di Arraba e Sakhnin con l’accusa di affiliazione con l’Isis e di cospirazione ai fini di un attacco terroristico. Lo riporta il sito israeliano Haaretz.

Idf: “Stiamo attaccando tutta la Striscia di Gaza”

L’esercito israeliano sta “attaccando tutte le aree della Striscia di Gaza“. Lo ha confermato il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), tenente colonnello Jonathan Conricus, in un aggiornamento sull’operazione. “Dirigeremo le nostre operazioni nella parte settentrionale di Gaza, che è il centro di Hamas… ma continuiamo ad attaccare in altre zone di Gaza. Diamo la caccia ai loro comandanti, attacchiamo le loro infrastrutture e ogni volta che si verifica un obiettivo importante lo colpiamo”. Conricus ha ribadito che Israele sta facendo tutto il possibile per impedire l’uccisione di civili, prima di accusare Hamas di utilizzare l’ospedale principale di Gaza City, Al Shifa, come “covo dei terroristi”.

Esercito Israele demolisce casa leader Hamas in Cisgiordania

Le forze di difesa israeliane hanno demolito una casa di proprietà del funzionario di Hamas Saleh al-Arouri, nella città di ‘Arura, vicino a Ramallah. I filmati pubblicati sui social media mostrano l’esplosione controllata effettuata dall’Israel Defense Forces (Idf). L’edificio era vuoto da diversi anni. Al-Arouri è considerato il leader de facto di Hamas in Cisgiordania.

Israele, colpite basi Hezbollah in Libano

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato attacchi aerei in Libano contro il gruppo militante Hezbollah, alleato di Hamas. Su X, l’Israeli Defence Forces (Idf) conferma che “aerei da combattimento della Israeli Air Force hanno colpito le infrastrutture dell’organizzazione terroristica Hezbollah sul territorio del Libano, comprese armi e postazioni”.

Fonti palestinesi, raid Israele vicino ospedale a Tal-Alhwa

La Mezzaluna Rossa Palestinese afferma che raid aerei israeliani hanno colpito nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds, nella Striscia di Gaza causando “paura e panico” tra i civili sfollati e gli operatori sanitari. In un post pubblicato su X la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha segnalato “continui attacchi di artiglieria e aerei nell’area di Tal-Alhwa a Gaza, dove si trova l’ospedale Al-Quds. L’edificio trema e i civili sfollati e le squadre di lavoro provano paura e panico”.

 

Ciao Bibi Netanyahu“. Inizia così il video delle tre donne israeliane ostaggio di Hamas, pubblicato dal gruppo palestinese. Sono sedute una vicina all’altra, ma solo quella al centro si rivolge alla telecamera, mentre la sua vicina, che nel video appare alla sua sinistra, evita di voltarsi in favore di inquadratura e la terza annuisce debolmente. “Siamo prigioniere di Hamas da 23 giorni”, afferma la donna, “sappiamo che doveva esserci un cessate il fuoco. Avreste dovuto liberarci tutti“. Il suo tono inizialmente pacato si fa via via più arrabbiato – “Lasciamo andare i loro cittadini, lasciamo andare i loro prigionieri. Liberateci. Liberateci tutti. Ritorniamo alle nostre famiglie adesso” – per poi accusare il governo – “Vi siete impegnati a liberaci tutti, invece veniamo puniti per la vostra negligenza politica e nazionale” – e direttamente il primo ministro Netanyahu: “Vuoi ucciderci tutti usando l’esercito israeliano“.

 

La risposta del premier

Immediata è arrivata la risposta del premier israeliano alle 3 donne, identificate come Rimon Kirsht, Yelena Trupanob e Daniel Aloni. “Vi abbraccio. Il nostro cuore è con voi e con tutti gli altri ostaggi. Stiamo facendo tutto il possibile per riportare a casa tutti i rapiti”, ha fatto sapere tramite una nota del suo ufficio, in cui accusa Hamas di aver voluto con questo video mettere in atto una “crudele propaganda psicologica”. Gli ostaggi restano il principale tema dei negoziati che vedono il Qatar nel ruolo di mediatore, Paese in cui si è recato nel fine settimana il capo del Mossad, David Barnea, per tentare di arrivare a un accordo.

Liberata soldatessa Uri Magidish

Per i rapiti nelle mani di Hamas promettono ulteriori sforzi anche le forze armate israeliane che hanno annunciato di aver liberato durante un’operazione di terra nella Striscia di Gaza la soldatessa Uri Magidish. “È stata visitata da un medico, le sue condizioni sono buone. Ha incontrato la sua famiglia”, ha fatto sapere il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari. L’operazione di terra a Gaza “crea effettivamente la possibilità di liberare gli ostaggi”, ha fatto notare Netanyahu, negando qualsiasi possibilità di un cessate il fuoco: “Gli appelli al cessate il fuoco sono un appello affinché Israele si arrenda a Hamas, al terrorismo, alla barbarie. Questo non accadrà”, ha assicurato, “la Bibbia dice che c’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Questo è il momento della guerra“.

 

 

Netanyahu: “Continueremo a dare la caccia ad Hamas”

Bibi, dopo aver assicurato di avere “piena fiducia nell’esercito israeliano e nei suoi vertici”, si è rivolto “ai terroristi di Hamas-Isis”. “Siete dei mostri”, ha affermato, “continueremo a inseguirvi e a darvi la caccia fino a quando non cadrete ai nostri piedi”. E, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle sue possibili dimissioni, ha risposto perentorio: “L’unico a dimettersi sarà Hamas“.Il primo ministro israeliano ha inoltre sottolineato i progressi costanti dell’esercito all’interno della Striscia in cui sono stati uccisi, secondo Tel Aviv, decine di miliziani di Hamas. Progressi con cui si spiegherebbe l’avvicinamento dei carri armati israeliani alla periferia di Gaza City, come hanno riferito alcuni reporter sul posto. Quello che ancora non è chiaro è cosa ne sarà di Gaza dopo l’operazione israeliana. L’Autorità Palestinese ha frenato su una possibile sua gestione nella Striscia: “Senza una soluzione politica per la Cisgiordania, nessuno di noi lo accetterà“, ha precisato il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh.

Si aggrava l’emergenza umanitaria

Intanto si aggrava e supera gli 8.300 morti il bilancio delle vittime palestinesi a Gaza dall’inizio dei raid israeliani. “Stiamo seguendo minuto per minuto i 14 italiani, più cinque loro familiari che sono nella zona non rossa della Striscia di Gaza, tra loro ci sono anche due donne incinte”, ha fatto sapere il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha anche annunciato l’arrivo in Egitto di un primo aereo di aiuti umanitari proveniente dall’Italia. Si spera che questi aiuti possano presto raggiungere l’enclave palestinese attraversando il valico di Rafah, come anche oggi hanno tentato di fare 75 camion, di cui solo 26 hanno avuto il via libera. 

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