La premier Meloni: "Per noi la priorità della migrazione: servono nuove risorse"
L’Unione europea ritrova l’unità sulla politica internazionale ma lascia aperti i capitoli interni. Nonostante le avvisaglie, il vertice Ue a Bruxelles si chiude senza grandi scontri e senza un ulteriore invito all’Italia a ratificare il nuovo trattato del Mes. I Ventisette hanno ribadito il loro sostegno a Kiev, nonostante i toni infuocati fuori dall’assise dell’ungherese Orban e dello slovacco Fico. “L’Ucraina è una priorità” per l’Ue “e lo rimarrà”, afferma il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. I leader hanno trovato una posizione comune anche sulle pause e i corridoi umanitari a Gaza e sul coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese.
Le posizioni, tuttavia, rimangono distanti su due dossier, tanto importanti quanto complessi, perché coinvolgono tutte le altre questioni: la revisione del Quadro finanziario pluriennale e il Patto di Stabilità. Per entrambi va trovato un accordo entro fine anno. Il bilancio pluriennale 2021-2027 è stato concepito in un mondo completamente diverso e oggi non basta più per soddisfare le esigenze dell’Unione: dai fondi a Kiev – previsti per 50 miliardi – a quelli per le calamità naturali e per la migrazione.
Bisogna “lavorare su una logica di pacchetto e in quel pacchetto per noi c’è una priorità che è quella della migrazione“, su cui “tutti sono d’accordo” di aumentare le risorse, afferma la premier Giorgia Meloni al termine del vertice. Il tema è delicato perché comporta il reperimento di nuove risorse o il taglio di programmi esistenti. E le priorità differiscono tra gli Stati membri.
Sulla riforma della governance economica, la presidente del Consiglio riferisce che i leader ne hanno parlato ieri fino a notte inoltrata: “La trattativa non è facile” perché “le posizioni di partenza sono divergenti, però sono contenta del fatto che – anche grazie a un importante contributo italiano – ieri qualche passo in avanti si sia fatto”, ha sottolineato la premier. Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “dobbiamo ancora ottenere dei risultati e c’è ancora molto lavoro da fare” perché “le posizioni non sono ancora vicine, sia da una parte sia dall’altra”. Un invito a concludere la riforma entro dicembre è arrivato anche dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha partecipato al vertice nel formato Eurosummit. Il premier spagnolo Pedro Sanchez, a nome della presidenza di turno dell’Ue, ha affermato che Madrid “farà ogni sforzo” per arrivare a un accordo su entrambi i dossier “entro fine anno”, sottolineando che la Spagna vede le due riforme con un “unico pacchetto” da portare avanti.
La riforma del Mes, il Meccanismo di Stabilità, non è stata invece sollevata dai leader e nessuno ha puntato il dito verso la premier. Al suo arrivo al vertice, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, aveva affermato di voler continuare a lavorare a stretto contatto con il ministro Giorgetti per la ratifica del nuovo trattato Mes da parte di Roma, che “è nell’interesse di tutti noi”, e di rispettare il dibattito al Parlamento italiano. “Penso che tutti i leader siano consapevoli dell’importanza del trattato Mes”, ha rimarcato.
La posizione del governo italiano non si è mossa di una virgola, nonostante il tema sia stato trattato dai ministri delle Finanze in diverse riunioni dell’Eurogruppo, e nonostante a fine anno scadano le tutele nazionali del backstop attuale. “Dobbiamo stare sulla posizione che la maggioranza ha già espresso e cioè che non si può affrontare il tema di uno strumento se non si conosce il quadro. Il problema del Mes è che, tra le altre cose, richiama ai vecchi vincoli del Patto di Stabilità“, ha rimarcato la premier, che lega la riforma alla trattativa per le nuove regole di governance economica. “Chiaramente, se oggi approvassimo un trattato che riporta ai vecchi parametri del Patto di Stabilità, non faremmo una cosa utile per una trattativa che noi stiamo conducendo”, spiega.
Sui migranti, infine, la premier si dice soddisfatta delle misure intraprese e annunciate dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e sul fatto che ormai è consolidato l’indirizzo sulla dimensione esterna. Bene lavorare a nuovi partenariati, a cominciare dall’Egitto, o all’estensione della missione navale Irini, ma tutto ciò, avverte Meloni, va fatto coinvolgendo i Paesi vicini con rispetto e alla pari.
Bruxelles ha anche annunciato una proposta “entro la fine di novembre” per combattere i trafficanti di esseri umani, che andrà ad aggiornare una legislazione vecchia 20 anni. Servono, poi, più flussi per il mercato del lavoro – spiega von der Leyen – perché la “migrazione legale è importante per i nostri Paesi”.
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