Si vota a partire dalle 9 di oggi, i sondaggi danno il Pp favorito

Oggi oltre 37 milioni di cittadini sono chiamati a votare in Spagna per le elezioni generali, anticipate di cinque mesi dal premier socialista Pedro Sanchez dopo la vittoria del Partito popolare alle elezioni regionali e comunali del 28 maggio. Il voto cade in un momento particolare per il Paese iberico, che dall’1 luglio ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. I sondaggi, che si sono potuti pubblicare fino al 17 luglio, danno come favorito il Pp, guidato da Alberto Núñez Feijóo, ma senza maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. I popolari potrebbero raggiungerla solo sommando i seggi di Vox, il partito di ultradestra guidato da Santiago Abascal. Dall’altro lato dello scacchiere politico, Sanchez ha cercato di sfruttare gli ultimi giorni di campagna elettorale per tentare una rimonta e continuare a governare nel Paese con l’appoggio della piattaforma progressista Sumar, guidata dalla ministra del Lavoro Yolanda Diaz.

QUANDO E COME SI VOTA

I seggi aprono alle ore 9 e chiuderanno alle ore 20 (le Isole Canarie hanno un’ora di fuso orario rispetto al resto del Paese, per cui nell’arcipelago i seggi chiuderanno quando nella Spagna peninsulare saranno le ore 21). Oltre 1,6 milioni di cittadini voteranno per la prima volta, avendo compiuto 18 anni dopo le precedenti elezioni, che si sono tenute il 10 novembre del 2019.Queste saranno le prime elezioni generali che si terranno nel Paese in piena estate. La piattaforma progressista Sumar aveva chiesto di estendere l’orario di voto alle 22, viste le alte temperature previste, ma la Giunta elettorale ha respinto la richiesta. Oltre al voto in presenza, gli elettori hanno potuto optare per quello per posta. Secondo i dati delle Poste spagnole, oltre 2,6 milioni di cittadini hanno chiesto di votare per corrispondenza, una cifra record. I cittadini eleggeranno le nuove Cortes Generales, che rimarranno in carica per quattro anni, nello specifico, 350 deputati al Congresso e 208 senatori. Un altro gruppo di senatori viene eletto dalle assemblee legislative delle comunità autonome. Al Congresso le liste sono chiuse, mentre al Senato si possono esprimere fino a 3 preferenze.

I PARTITI IN CAMPO

Le principali forze politiche che si presentano alle elezioni sono: il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) del premier Pedro Sanchez, in corsa per la rielezione alla Moncloa; il Partito popolare di centrodestra, guidato da Alberto Núñez Feijóo; il partito di ultradestra Vox, guidato da Santiago Abascal; Sumar, piattaforma progressista lanciata dalla ministra del Lavoro Yolanda Diaz, che ha raccolto al suo interno 16 forze politiche di sinistra, inclusa Podemos. Per governare è necessario arrivare alla maggioranza assoluta al Congresso, ovvero 176 deputati, alla prima votazione, altrimenti basta la maggioranza semplice in seconda votazione. E’ improbabile che il Pp o il Psoe arrivino alla maggioranza assoluta, e per questo saranno fondamentali le alleanze. Sanchez ha già chiarito di voler governare insieme a Diaz, e potrebbe ottenere l’astensione al Congresso di altri partiti più piccoli, come quelli baschi e catalani.Feijóo, il cui partito a livello territoriale ha già stretto alleanze con Vox, ha affermato di voler governare da solo ma, se le previsioni dei sondaggi saranno confermate, per arrivare alla Moncloa dovrà accordarsi con il partito di Abascal, che più seggi otterrà, più farà valere le sue richieste.

OCCHI PUNTATI DELL’EUROPA

Le elezioni in Spagna sono guardate con attenzione in Europa, sia perché il Paese iberico detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, che terminerà a fine dicembre, sia perché dopo il voto si potrebbe assistere a un’alleanza tra popolari e conservatori, che alcuni vorrebbero riprodurre a livello europeo, dopo il rinnovo dell’Eurocamera nel 2024. Vox fa parte infatti del Partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr), presieduto da Giorgia Meloni. Una vittoria del Partito popolare significherebbe una svolta a destra della Spagna, che seguirebbe così Italia, Finlandia e Svezia.

I TEMI DELLA CAMPAGNA

La campagna elettorale ha visto un acceso scontro tra le forze politiche in campo. Il Partito popolare e Vox hanno usato contro Sanchez un tema ricorrente, ovvero l’accusa di essere sceso a patti con i partiti nazionalisti e indipendentisti baschi e catalani, in particolare con EH Bildu, definito “il braccio politico dell’Eta”. Nonché hanno criticato alcune leggi varate dal governo progressista, in particolare quella del ‘solo sì è sì’ sulla garanzia della libertà sessuale, che ha avuto come effetto indesiderato la riduzione di pena per oltre mille persone condannate per crimini sessuali. Un’altra critica ricorrente rivolta a Sanchez è stata quella di “mentire agli elettori”. Accusa che il premier ha respinto. Il Psoe e Sumar hanno invece allertato sul pericolo di un passo indietro del Paese in tema di diritti delle donne, di diritti lgbt, e di misure contro il cambiamento climatico. Inoltre, hanno accusato la destra di voler censurare la cultura: in un comune della provincia di Madrid dove Vox ha la delega alla cultura, è stato deciso di non rappresentare uno spettacolo teatrale basato sull’opera di Virginia Woolf, ‘Orlando’, mentre in una città della comunità valenciana un assessore di Vox ha ordinato di ritirare dalla biblioteca comunale l’abbonamento a cinque riviste in catalano, due delle quali per bambini. La leader di Sumar ha poi riacceso i riflettori sul rapporto controverso tra Alberto Núñez Feijóo e il noto narcotrafficante galiziano Marcial Dorado. Un altro tema al centro del dibattito è stato il voto per posta, con la sinistra che ha accusato il leader del Pp di aver messo in dubbio la correttezza della procedura, come fece l’ex presidente Usa Donald Trump. Il momento più atteso della campagna è stato il dibattito televisivo tra Sanchez e Feijóo, l’unico a cui il leader del Pp ha accettato di partecipare, che è stato un susseguirsi di attacchi reciproci per 100 minuti.Secondo i sondaggi successivi, Feijóo ne sarebbe uscito vincitore.

COSA DICONO I SONDAGGI

A parte il sondaggio condotto dal Centro di ricerca sociologica (Cis), che dà la vittoria al Psoe, le altre rilevazioni concordano su una vittoria del Partito popolare, con circa tre punti percentuali di vantaggio sul Psoe, e danno a Vox il terzo posto. Alcuni sondaggi prevedono che il Pp e Vox superino la maggioranza assoluta di 176 seggi al Congresso, altri che non riescano ad arrivarci, il che renderebbe più complicato lo scenario per la formazione del governo. Secondo una media dei sondaggi effettuata da El Paìs, il Partito popolare riuscirebbe ad arrivare a 142 deputati contro i 108 del Psoe, Vox ne incasserebbe 35 e Sumar 34. Il resto delle forze politiche avrebbe 31 seggi. Con questi numeri la somma del Pp e Vox arriverebbe a 177, un seggio in più della maggioranza assoluta.

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