Allarme Aiea per Zaporizhzhia

Dopo le minacce di lasciare Bakhmut – una delle città simbolo della guerra in Ucraina – il 10 maggio il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sembra fare marcia indietro e annuncia che Mosca ha promesso le munizioni “necessarie a continuare a combattere”. In un nuovo audio diffuso su Telegram, Prigozhin non revoca esplicitamente la sua promessa di ritirarsi da Bakhmut, ma dice che alle sue forze è stato dato il permesso di “agire a Bakhmut come riteniamo opportuno”. Una dichiarazione che sembra suggerire che la brigata Wagner resterà e che, sottolinea la Bbc, non stupisce, visto che già in passato il numero uno del gruppo russo di mercenari on aveva rispettato delle minacce fatte.

Qualche ora prima dell’annuncio della promessa di armi da Mosca, Prigozhin aveva tuttavia sminuito il valore di Bakhmut per la Russia sottolineando che l’obiettivo non era conquistarla, ma che si trattava di una ‘operazione tritacarne’: “L’operazione ‘Tritacarne Bakhmut’ era stata concepita principalmente non per catturare l’insediamento di Bakhmut, ma per macinare le unità delle Forze Armate dell’Ucraina e dare tregua all’esercito russo per ripristinare la capacità di combattimento. Il ‘tritacarne Bakhmut’ ha svolto pienamente il suo compito”, le parole di Prigozhin. La polemica era iniziata venerdì, quando in un video pieno di imprecazioni, era comparso in piedi in un campo disseminato di corpi e si era scagliato contro il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu e contro il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, accusandoli di avere lasciato sfornite le sue truppe causando migliaia di morti e feriti. A seguito di questo, appunto, la minaccia di lasciare Bakhmut. A cui il leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva risposto offrendosi di prendere il posto del gruppo Wagner.

Kiev bolla la polemica come un modo per distrarre l’attenzione: “Il discorso pubblico offensivo all’interno del ‘triangolo speciale ‘Prigozhin-Kadyrov-Shoigu” non va discusso perché “non si tratta affatto di guerra/Bakhmut/informazioni operative sullo stato delle cose, ma solo di una primitiva deviazione dell’attenzione”. Poi la chiosa: “Ora, la cosa principale è la calma prima della tempesta, l’accumulo di armi e la distruzione delle retrovie russe”. Il riferimento è alla controffensiva di primavera di Kiev, attesa e da tempo promessa.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), per bocca del suo direttore generale Rafael Mariano Grossi, ha espresso una crescente preoccupazione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che è stata occupata dai russi e che si trova vicino alla linea del fronte dei combattimenti. Preoccupazione in particolare dopo che venerdì il governatore della parte di regione sotto il controllo russo, Evgeny Balitsky, ha annunciato l’evacuazione di 18 città fra cui Energodar, cioè quella in cui si trova la centrale e dove vive la maggior parte dello staff dell’impianto. I combattimenti si sono intensificati mentre l’Ucraina prepara la sua controffensiva. E domenica le autorità ucraine hanno riferito che una donna di 72 anni è rimasta uccisa e altre 3 persone sono rimaste ferite in un bombardamento russo della città di Nikopol, che si trova quasi di fronte all’impianto, a circa 10 chilometri oltre il fiume.

“La situazione generale nell’area vicina alla centrale nucleare di Zaporizhzhya sta diventando sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa”, è l’avvertimento di Grossi, secondo cui gli ordini di evacuare i civili suggeriscono un’ulteriore escalation. “Sono estremamente preoccupato per i reali rischi per la sicurezza nucleare dell’impianto”, ha aggiunto il direttore dell’Aiea. Sebbene nessuno dei 6 reattori della centrale sia in funzione a causa della guerra, l’impianto ha bisogno di un’alimentazione affidabile per i sistemi di raffreddamento, essenziali per prevenire un disastro potenzialmente catastrofico a causa delle radiazioni.

Intanto ancora attacchi con droni. L’agenzia Ria ha riferito che i servizi Fsb e il ministero dell’Interno hanno sventato un attacco che l’intelligence ucraina avrebbe voluto compiere con droni in pieno territorio russo, contro l’aeroporto militare Severny, nella regione russa di Ivanovo, che avrebbe avuto come obiettivo aerei A-50 di rilevamento radar. Inoltre il governatore filorusso di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, ha annunciato che le forze ucraine hanno attaccato la Crimea nella notte lanciando 10 droni, che non avrebbero provocato danni. E Mosca ha annunciato anche di avere abbattuto 22 droni ucraini sul Mar Nero.

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