Dopo 100 giorni di conflitto il mantra del Cremlino non cambia. Sollevato dall'incarico il generale Alexander Dvornikov, veterano della guerra in Siria
Dopo 100 giorni di guerra il mantra di Mosca resta sempre lo stesso. “L’operazione speciale continuerà fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”, ribadisce per l’ennesima volta il Cremlino. Specie ora che “alcuni risultati” sono stati raggiunti, dice il portavoce Dmitry Peskov. Il “lavoro” comunque “continuerà” con l’obiettivo primario di “proteggere le persone delle repubbliche di Donetsk e Luhansk”. Proprio in quest’ultima regione, ammette l’intelligence britannica, la Russia ha un controllo del 90% del territorio e “nelle prossime due settimane” potrebbe essere totale.Intanto rimbalza la notizia di un nuovo avvicendamento alla guida delle truppe russe in Ucraina. Secondo l’organizzazione investigativa indipendente russa ‘Conflict Intelligence Team’ Vladimir Putin avrebbe sollevato dall’incarico il generale Alexander Dvornikov. Al posto del veterano della guerra in Siria sarebbe stato nominato il generale Gennady Zhidko, ex comandante del distretto militare orientale e vice ministro della difesa russo per gli affari militari e politici.
Sul fronte ucraino, invece, il presidente Volodymyr Zelensky invita il suo popolo alla fiducia. “Difendiamo il Paese da 100 giorni. La vittoria sarà nostra”, dice in un video girato fra le strade di Kiev insieme ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Una situazione di scontro a tutto campo che mette in secondo piano qualsiasi tentativo di pace e di incontro fra i due leader russo e ucraino. “Non vedo alcun motivo nemmeno per discuterne”, dice lapidaria la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. Sul campo la situazione resta drammatica con un alto numero di vite umane perse, anche fra i civili. Uno scenario in cui l’Onu sottolinea che nella guerra “nessuno vincerà e tutti perderanno”. Il ministero della Difesa russo fa sapere che nelle ultime 24 ore sono stati “eliminati” più di 360 soldati ucraini. Fra loro anche un combattente francese, arruolato nella milizia internazionale al fianco delle truppe di Kiev. Due giornalisti della Reuters, invece, sono rimasti feriti a Severodonetsk l’attuale epicentro della guerra. Resta aperto pure il fronte delle armi con l’ormai consueto scambio di accuse reciproco. Per Mosca le forze ucraine usano le armi fornite dagli Stati Uniti “contro la popolazione civile”. Un comportamento di cui “dovranno rispondere”. Kiev, dal canto suo, precisa ancora una volta di non voler utilizzare armi statunitensi per attaccare il territorio russo parlando di “campagna di disinformazione” da parte di Mosca. Fra le vittime collaterali della guerra ci sono anche centinaia di delfini che – denunciano alcuni attivisti – sono stati trovati feriti o uccisi “da potenti sonar militari” sulle coste del mar Nero dalla Bulgaria alla Romania fino alla Turchia.
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