La crisi climatica e l'epidemia di Covid hanno ridotto l'accesso al cibo e all'acqua

(LaPresse) Più di 2,1 milioni di persone in Kenya stanno soffrendo la fame dopo due anni di scarse precipitazioni, la pandemia di Covid e un‘invasione di locuste del deserto, secondo l’ultimo rapporto dell‘Autorità nazionale per la gestione della siccità (NDMA). L’accesso al cibo e all’acqua è una preoccupazione urgente sia per l’uomo che per il bestiame a causa del progressivo impatto della crisi climatica. 

Il Kenya alle prese con una grave siccità

Molti fiumi, bacini e dighe, si sono prosciugati in zone agricole e di pastorizia, mentre altre fonti di acqua aperta sono ridotte al 20-40% della loro capacità. Molte persone sono costrette a percorrere chilometri per raggiungere il villaggio di Kapua, nella contea di Turkana, dove la Croce Rossa distribuisce cibo. L’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche sta rendendo difficile anche il lavoro delle organizzazioni umanitarie che non sanno programmare gli interventi. Secondo un rapporto dell’NDMA con la prossima stagione delle piogge di ottobre-dicembre, prevista al di sotto del normale, la situazione potrebbe solo peggiorare. Entro la fine del 2021 potrebbero essere colpite dalla fame fino a 2,4 milioni di persone.

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