Il presidente Usa al vertice di Bruxelles dell'Alleanza Atlantica prima dell'incontro con Putin

(LaPresse) – E’ stato un po’ come tornare sui banchi di scuola. Così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha commentato nel suo discorso conclusivo del vertice dell’Alleanza Atlantica nel quartier generale di Bruxelles. Prima che i leader dei 30 Paesi alleati si riunissero attorno al tavolo, Stoltenberg aveva avuto un incontro bilaterale con il presidente Usa Joe Biden che ha fatto il suo esordio da presidente tra i leader della Nato. “Che bello dare il benvenuto al presidente Usa al nostro vertice – ha affermato Stoltenberg -. L’ho ringraziato per il suo solido impegno nei confronti della nostra Alleanza e per il suo sostegno all’agenda Nato 2030 per rafforzare l’Alleanza in un mondo più competitivo. So che possiamo contare sull’America e l’America può contare sulla Nato”.

Dal canto suo, il presidente americano, approdato ieri a Bruxelles nella due giorni che culminerà nel vertice Ue-Usa, ha ricordato il sostegno degli Stati Uniti all’Europa: l’America c’è per l’Europa, come nella Seconda guerra mondiale, ha detto. Come a dire: dopo l’era Trump è tornato il multilateralismo. Il principale messaggio di Biden è per la Cina e la Russia e potrebbe preludere ad altre prese di posizione più dure nei prossimi giorni, in vista dell’incontro con Putin del 16 giugno. “La Russia non sta agendo in modo coerente con quello che speravamo, e lo stesso vale per la Cina“. La preoccupazione per le mosse geopolitiche dei due Paesi è stata al centro del G7 e di nuovo sul tavolo del vertice Nato.

Stoltenberg: “Cina e Rusia sfidano l’ordine internazionale”

In un’epoca di competizione globale e in un momento in cui regimi autoritari come Russia e Cina sfidano l’ordine internazionale – ha sottolineato il segretario generale – tutti i leader hanno concordato che l’Europa e il Nord America devono restare uniti nel segno dell’Alleanza, “per difendere i nostri valori e i nostri interessi”. Preoccupa soprattutto la Cina, con il suo avvicinamento ai Paesi occidentali, la crescita costante della sua sfera di influenza, con investimenti non solo in Africa ma anche in infrastrutture strategiche in Europa. E nei settori informatici, nello sviluppo del 5G e di sistemi sofisticati anche di intelligenza artificiale, nelle mire di sfruttamento dell’Artico e nello spazio. Se, tuttavia, stando alle parole di Stoltenberg, i rapporti della Nato con la Russia hanno raggiunto il punto più basso dalla Guerra fredda, con la Cina bisogna mantenere aperto il dialogo. In un mondo più competitivo serve insomma una nuova strategia.

Rinnovati gli impegni per gli investimenti nella difesa

L’agenda 2030 è la risposta che la Nato dà a queste nuove sfide, con un impegno per maggiori investimenti, che si aggiungono ai budget già aumentati negli ultimi anni. Sono otto le aree chiave individuate. Vi è il rinnovato impegno per gli investimenti nella difesa fatti nel 2014, la riduzione delle emissioni militari ma anche il rafforzamento della resilienza nelle società. Figura poi la creazione di un acceleratore di innovazione della difesa, in cooperazione con start-up, industrie e università oltre alla creazione di un Fondo per l’innovazione della Nato, per investire in start-up che lavorano su tecnologie emergenti e dirompenti.

I Paesi della Nato, ha ricordato Stoltenberg, sono 30 delle democrazie più forti al mondo e assieme rappresentano quasi un miliardo di persone, metà della potenza economica mondiale e più della metà della forza militare. Con il vertice di oggi la grande famiglia transatlantica rinnova la sua alleanza nel segno dell’unità di valori e interessi e “inizia un nuovo capitolo” per il futuro.

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