Diversi missili Katyusha lanciati mercoledì sera nella Green Zone di Baghdad, in Iraq. Non ci sarebbero vittime nell'esercito. Un razzo caduto a 100 metri dall'ambasciata Usa.

La risposta dell'Iran agli Stati Uniti per l'uccisione del generale Qassem Soleimani del 3 gennaio a Baghdad è giunta nella notte fra martedì e mercoledì, sempre su suolo iracheno. Teheran ha lanciato oltre 20 missili contro due basi irachene che ospitano soldati Usa, a Erbil e Al Asad. "Abbiamo dato uno schiaffo in faccia agli Stati Uniti", ha sentenziato la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. L'atteso discorso di Donald Trump, giunto diverse ore dopo il laconico "finora tutto bene" su Twitter, ha fatto poi tirare momentaneamente un sospiro di sollievo visto che il tycoon ha fatto un passo indietro dall'orlo di una possibile guerra: pur annunciando nuove sanzioni contro Teheran, ha affermato che l'Iran "sembra allentare la tensione" dopo gli attacchi con i missili.

"Le nostre grandi forze militari sono pronte a tutto" ma "in questo momento l'Iran sembra allentare la tensione, il che è positivo per noi e per tutto il mondo", ha affermato Trump dalla Casa Bianca. Gli Usa "sono pronti ad abbracciare la pace con tutti coloro che la ricercano", ha assicurato, chiedendo però all'Europa e agli altri firmatari di ritirarsi dall'accordo del 2015 sul nucleare iraniano firmato dal predecessore Obama, accordo dal quale lui ha ritirato unilateralmente gli Usa nel 2018. Parole che sembrano una risposta all'Ue, la cui presidente della Commissione Ursula Von der Leyen aveva garantito qualche ora prima che Bruxelles "non risparmierà alcuno sforzo" per tentare di tenere viva l'intesa.

Nessuna vittima negli attacchi, ha garantito Trump. Secondo la Cnn, che cita fonti diplomatiche arabe, l'Iran aveva avvertito preventivamente degli attacchi l'Iraq, il cui premier Adel Abdul-Mahdi ha a sua volta informato gli Stati Uniti. I soldati nelle basi interessate hanno così avuto il tempo di ripararsi nei rifugi. Intanto questi nuovi raid in territorio iracheno, insieme allo schianto dell'aereo passeggeri ucraino poco dopo il decollo da Teheran sulle cui cause non c'è ancora chiarezza, hanno spinto molte compagnie aeree a rivedere le proprie rotte sui cieli del Medioriente in modo da evitare gli spazi aerei di Iran e Iraq.

L'Iran sottolinea che i raid missilistici contro le forze Usa sono stati frutto di una scelta difensiva: "Misure proporzionate di autodifesa", le ha definite il ministro degli Esteri Javad Zarif. Allerta in Israele, nemico giurato dell'Iran e minacciato dai Pasdaran, con il premier Beniamin Netanyahu che ha avvertito che "chiunque dovesse attaccarci subirà un duro colpo". E intanto giunge l'appello dell'Onu per la pace: il mondo non può permettersi una guerra nel Golfo, ha fatto sapere il segretario generale Antonio Guterres, invitando i leader mondiali a "fare ogni sforzo" per evitarla, "fermare l'escalation" e "riavviare il dialogo".

Mercoledì sera diversi missili Katyusha sono stati lanciati nella Green Zone di Baghdad, in Iraq. E' quanto riferiscono fonti di polizia che parlano di tre missili caduti nella zona militarizzata che ospita gli edifici governativi e delle missioni straniere del Paese, mentre fonti di sicurezza parlano di due ordigni. Non ci sarebbero vittime nell'esercito. Le sirene d'allarme sono scattate subito, con almeno uno dei razzi caduto a 100 metri dall'ambasciata Usa.

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