Hans-Georg Maassen, accusato di collusione con l'estrema destra soprattutto dopo i fatti di Chemnitz, sarà trasferito a un altro incarico e "diventerà segretario di Stato presso il ministero dell'Interno"
Dopo giorni di controversie all'interno della coalizione tripartita di governo, Angela Merkel ha deciso di rimuovere dall'incarico il capo dell'intelligence interna BfV, Hans-Georg Maassen, accusato di collusione con l'estrema destra soprattutto dopo i fatti di Chemnitz. L'annuncio è giunto dopo un vertice d'emergenza della Grosse Koalition: Maassen sarà trasferito a un altro incarico e "diventerà segretario di Stato presso il ministero dell'Interno", ha fatto sapere il governo al termine dell'incontro, a cui partecipavano Merkel per la Cdu, il ministro dell'Interno Horst Seehofer della Csu e la leader della Spd Andrea Nahles.
Sostenuto fino all'ultimo dal bavarese Seehofer, che ne ha elogiato le "competenze", il 55enne Maassen è nella bufera dal 7 settembre. Quel giorno, infatti, smentì l'esistenza delle 'cacce allo straniero' a Chemnitz, che Merkel aveva denunciato a seguito delle manifestazioni violente contro i migranti rispondendo all'appello dell'estrema destra in questa città dell'ex Ddr. E Maassen assicurò anche che era falso un video diffuso sui social network che mostrava queste 'cacce collettive', mentre invece si trattava di un filmato reale. Su di lui pesavano inoltre accuse di presunti legami troppo stretti con il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha fatto il suo ingresso per la prima volta al Bundestag a seguito delle elezioni del 2017, traendo vantaggio dalle paure suscitate dall'arrivo di oltre un milione di richiedenti asilo nel Paese dal 2015.
La stampa lo accusa di avere passato all'AfD informazioni confidenziali, cosa che Maassen ha ufficialmente smentito; ha riconosciuto di avere incontrato dei membri dell'AfD, ma a suo dire come fa regolarmente con una serie di personalità di tutto l'arco politico. Se il ministro dell'Interno Seehofer, già in rotta di collisione con le politiche migratorie di Merkel, ha difeso il capo degli 007 a spada tratta fino alla fine, chi lo ha attaccato è stato invece l'altro membro della GroKo, la Spd. "Merkel deve chiarire la situazione del governo. Maassen deve andare via, e vi dico che andrà via", aveva tuonato nel fine settimana la leader dei socialdemocratici, Andrea Nahles, facendo così capire che era in gioco la coalizione. Diversa invece l'opinione dell'AfD, secondo cui Maassen è stato preso di mira dai "grandi partiti" solo perché ha criticato la politica migratoria del governo. Intanto da Chemnitz è giunta una novità: è stato rilasciato il 22enne iracheno a lungo presentato come il principale sospettato per l'omicidio del 35enne tedesco Daniel Hillig. Fu questo omicidio, la notte del 26 agosto, a scatenare le violente manifestazioni xenofobe dell'estrema destra, soprattutto dopo che la polizia annunciò l'arresto di due sospettati: l'iracheno Yousif A., ora scarcerato, e il 23enne siriano Alaa S., presentato come un complice. Il siriano resta in custodia, mentre la polizia sta ancora cercando con mandato d'arresto internazionale un uomo iracheno del quale non è stata diffusa l'identità.
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