Condannato a 13 anni di carcere per la sua partecipazione all'attentato alla petroliera Limburg nel 2002, sconterà il resto della sua pena in Arabia Saudita
Un detenuto saudita rinchiuso dal 2002 nel carcere militare di Guantanamo, sull'isola di Cuba, è stato trasferito in Arabia Saudita. Si tratta del primo a lasciare la prigione dall'inizio della presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti, nel gennaio 2017, ha riferito il Pentagono. Condannato a 13 anni di carcere nel 2017 per la sua partecipazione all'attentato alla petroliera Limburg nel 2002 al largo delle coste dello Yemen, Ahmed Mohammed Ahmed Haza al-Darbi "sconterà il resto della sua pena in Arabia Saudita", ha precisato il ministero americano della Difesa.
A Riyad un portavoce dei servizi di sicurezza, citato dall'agenzia ufficiale Spa, ha indicato che l'uomo è arrivato nel regno mercoledì sera. La famiglia è stata informata del suo arrivo e sono state attuate misure perché possa incontrarlo; inoltre, le autorità hanno precisato che è previsto che il detenuto segua "programma di riabilitazione". Darbi collabora con le autorità americane da quando quattro anni fa si è dichiarato colpevole di aver pianificato l'attentato e contribuito alla sua esecuzione. Nell'attacco un marinaio bulgaro morì, mentre 12 altre persone rimasero ferite.
Il trasferimento porta a 40 il numero dei detenuti che restano nella prigione militare, duramente criticata dai gruppi per i diritti umani perché i carcerati non sono giudicati da tribunali civili ma da commissioni militari. I loro casi hanno portato a ricorsi giudiziari e lunghissimi iter processuali. Trump a gennaio ha dato una seconda 'vita' alla controversa struttura, decidendo di tenerla aperta per rinchiudervi altre persone. Ha incaricato il Pentagono di definire quale tipo di prigionieri di guerra possa di nuovo essere inviato nel carcere e il ministro della Difesa James Mattis ha inviato le sue conclusioni in merito alla Casa Bianca, ha spiegato il Pentagono. La raccomandazione di Mattis fornisce "ai nostri combattenti istruzioni sul modo per designare dei detenuti come trasferibili a Guantanamo, se presentano una minaccia persistente e significativa alla sicurezza degli Stati Uniti", ha precisato la portavoce del Pentagono. Il consiglio per la sicurezza della Casa Bianca si è rifiutato di commentare.
Il Pentagono non ha dato altre informazioni sulle linea di Mattis, che lunedì aveva indicato che le Forze democratiche siriane (Fds), la coalizione arabo-curda alleata agli Usa, detengono attualmente 400 stranieri che hanno combattuto a fianco del gruppo jihadista Stato islamico. Mattis si è detto "assolutamente certo che a Guantanamo non accada neanche una cosa che non sia conforme" alla convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra. Al carcere militare non è arrivato alcun nuovo prigioniero dal 2008, ma dalla sua campagna elettorale nel 2016 Trump non ha nascosto la sua intenzione di inviarvi altri "cattivi". Amnesty International si oppone: "Vista la storia di torture, detenzioni illegali e assenza totale di giustizia fatta, nessun detenuto dovrebbe essere trasferito a Guantanamo".
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