Settantacinque anni fa, il 16 dicembre del '42, è una data ricordata forse come la sconfitta più grave e tragica del Regio esercito italiano: portò allo smembramento dell'intero Armir, che si 'dissolse' tra la ritirata dalla Russia verso ovest e le cosiddette 'marce del davai' (avanti, in russo), a piedi, su piste ghiacciate, uccisi se non si riusciva a tenere il passo della colonna, verso terribili campi di prigionia. Si calcola che furono fatti prigionieri oltre 64 mila soldati: di questi, nel 1945 e nel 1946 (gli ultimi ufficiali furono rilasciati però solo a metà degli anni '50), ne tornarono 10.032. Nel solo famigerato campo di Tambov, che ospitava 23mila prigionieri, da fine 1942 al giugno 1943 rimasero in vita3.400 soldati; di 7 mila alpini della Julia ne sopravvissero 1.200
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