Il presidente americano attacca anche la Cina: non avrebbe fatto abbastanza per arginare lo Stato governato da Kim Jong-Un

Gli Stati Uniti hanno fatto sorvolare due bombardieri B-1B sulla penisola coreana, in risposta ad un recente test missilistico, probabimente intercontinentale, ordinato dalla Corea del Nord. Lo ha riferito l'Aeronautica Usa in una nota diffusa nelle prime ore di domenica. I bombardieri, decollati dalla base sull'isola di Guam, nel Pacifico, sono stati poi affiancati da velicoli sudcoreani e giapponesi.

Si tratta di una decisione simbolica, per mostrare che Washington è pronta a rispondere in maniera muscolare a Pyongyang, i cui missili minacciano non solo il Giappone, ma potenzialmente anche gli Stati Uniti. Il capo dell'Aeronautica per il Pacifico, Terrence J. O'Shaughnessy, ha spiegato che "la Corea del Nord rimane la minaccia più urgenza alla stabilità regionale". "Se richiesto, siamo pronti a rispondere con forza rapida, letale e superiore, al tempo e al luogo di nostra scelta", ha aggiunto. "Tutti gli Usa sono alla portata dei missili nordcoreani", aveva detto il leader Kim Jong Un in un messaggio rilanciato dall'agenzia di stampa nordcoreana Kcna, dopo aver ordinato il lancio dell'ennesimo missile, forse a lungo raggio, partito alle 23.41 ora locale di venerdì. Il test, secondo Kim, dimostra la capacità di fare un lancio a sorpresa, in ogni momento.

In un paio di tweet diffusi nella notte tra sabato e domenica, il presidente americano Donald Trump si è detto molto deluso dalla Cina, che non avrebbe fatto abbastanza per arginare le minacce provenienti dalla Corea del Nord. "Sono molto insoddisfatto dalla Cina – scrive Trump nei tweet -. I nostri sciocchi leader del passato le avevano permesso di guadagnare centinaia di miliardi di dollari all'anno, con il commercio, eppure loro non fanno NULLA con la Corea del Nord, soltanto parole. Non permetteremo più che ciò continui. La Cina potrebbe risolvere facilmente questo problema!".

In effetti, Pechino aveva criticato Pyongyang, esprimendo la sua opposizione ad "attività di lancio che vanno contro le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu e contro gli auspici della comunità internazionale". D'altra parte, però, la Cina si è rivolta a Usa e Sud Corea, esprimendo la speranza che "tutte le parti agiscano con prudenza, per evitare che continui l'escalation di tensione, in modo da proteggere pace e stabilità regionali". Pechino, in particolare, è preoccupata per il sistema di difesa anti-missile statunitense Thaad, che il presidente sudcoreano Moon Jae-in aveva ritardato per una valutazione di tipo ambientale. I radar del sistema Thaad, potrebbero scrutare a fondo anche la stessa Cina, e questo non piace al presidente Xi Jinping

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