Roma, 29 ago. (LaPresse) – Nuova tragedia in mare: ieri circa 200 cadaveri di migranti sono stati individuati dalla guardia costiera libica davanti alle coste di Zuwara, dove due giorni fa un barcone con circa 400 migranti a bordo è affondato. Decine di corpi erano intrappolate nella stiva dell’imbarcazione mentre oltre un centinaio galleggiava in mare.

Alla luce degli ultimi avvenimenti, compreso il ritrovamento dei migranti morti dentro un tir in Austria, molti pareri politici si sono levati per esortare l’Europa tutta a una maggior compartecipazione nella gestione dell’emergenza immigrazione. Il ministro degli Esteri Gentiloni ha parlato di una problematica che riguarda tutti e in cui tutti ora sono coinvolti.

Il barcone era partito da una città vicina al confine tunisino, noto porto di partenza per i migranti che vogliono attraversare il Mediterraneo diretti in Europa. Sino a ieri sera, la guardia costiera libica aveva salvato 201 persone, di cui 147 sono state portate in un centro di detenzione a Sabratha, a ovest di Tripoli.

I migranti a bordo della nave provenivano da Africa sub-sahariana, Pakistan, Siria, Marocco e Bangladesh. Più di 2.300 persone sono morte quest’anno nei tentativi di raggiungere le coste europee via mare, mentre erano state 3.270 l’anno precedente, secondo l’Oim. La Libia era solita deportare i migranti scoperti, ma a causa dei gruppi armati che hanno chiuso i valichi di terra verso Niger, Algeria e Ciad, molti vengono trattenuti nei centri di detenzione per mesi o anche anni.

Intanto ieri, in Gran Bretagna è stato fermato un camion-frigo con targa italiana e ventisette profughi all’interno. I 27 migranti sono stati arrestati e con loro anche il conducente, che secondo il giornale online Daily Express è un 50enne italiano.

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