Bruxelles (Belgio), 1 lug. (LaPresse) – Candidato dell’Alleanza progressista dei socialisti e democratici, ma soprattutto europeista convinto, Martin Schulz è stato rieletto oggi presidente del Parlamento europeo. A suo favore 409 voti. Nato il 20 dicembre 1955 a Hehlrath, oggi Eschweiler, città tedesca al confine con Olanda e Belgio, Schulz può vantare fin da subito un’ascendenza politica trasversale: il padre, poliziotto, fu uno dei fondatori del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) ad Aquisgrana; la madre fece altrettanto con la sezione locale del partito cristiano-democratico (Cdu), quello della cancelliera tedesca Angela Merkel. Amante del calcio, dopo il liceo decide di assecondare la passione per i libri: tra il 1975 e il 1977 è apprendista libraio e per i cinque anni successivi lavora anche per case editrici. Nel 1982 diventa coproprietario della libreria Würselen nell’omonima cittadina, che gestirà per dodici anni, svolgendo in parallelo il ruolo di consigliere comunale fino al 1998. Würselen, con circa 40mila abitanti, si trova nella Nord Reno-Westfalia.

Seguendo le orme dei genitori, Schulz si avvicina presto alla politica. A 19 anni si iscrive alla Spd, militando all’interno della Jusos, l’organizzazione giovanile del partito, di cui presiede la sezione di Würselen e del circondario di Aquisgrana. Dopo l’esperienza di consigliere comunale, nel 1987 viene eletto sindaco a soli 31 anni. È il più giovane dello Stato federale tedesco del Nord Reno-Westfalia. Resterà primo cittadino di Würselen per i successivi undici anni. Nel frattempo si sposa con una paesaggista e ha due figli.

La svolta politica arriva nel 1994 quando Schulz viene eletto deputato al Parlamento europeo, partecipando a numerose commissioni, dai diritti dell’uomo alle libertà civili, giustizia e affari interni. Dal 2000 è a capo della delegazione del gruppo del Pse (Partito socialista europeo) e vice presidente dei deputati socialisti all’Europarlamento. Nel 2004 viene nominato a capo del gruppo dei Socialisti & Democratici (S&D) a Strasburgo e nel gennaio del 2012 viene eletto presidente del Parlamento europeo. Nonostante una conclamata “insoddisfazione” per lo stato in cui versano le istituzioni europee, Schulz è un europeista convinto e difensore a oltranza del modello di welfare europeo. Nell’aula di Strasburgo sono famosi i suoi “nein” non sempre ascoltati: no al fiscal compact come unica medicina, no ai tagli al bilancio europeo e no alla dittatura delle agenzie di rating.

Il 1° marzo scorso è stato scelto come candidato presidente alla Commissione europea per S&D. Tra i punti del suo programma: impegnarsi concretamente per promuovere gli investimenti, la crescita sostenibile e il lavoro e per combattere povertà e disuguaglianze. Inoltre salvaguardare la libertà di movimento e, al contempo, porre fine al dumping sociale, per potenziare il rispetto dei diritti umani, per rafforzare le politiche di coesione territoriale e per costruire un’efficace politica comune su asilo e immigrazione. Infine rendere l’Unione europea più democratica, più trasparente e più responsabile verso i cittadini.

In Italia Schulz è ricordato anche per lo scontro verbale con Silvio Berlusconi nel 2003 al Parlamento europeo. In quell’occasione, il premier italiano e presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea paragonò Schulz a un ‘Kapo’ nazista dopo un intervento del politico tedesco durante la seduta inaugurale del semestre di presidenza dell’Italia. Schulz chiedeva al Cavaliere di rendere conto del suo conflitto di interessi e dei suoi problemi con la giustizia. La reazione di Berlusconi provocò condanna e sdegno in tutto l’Europarlamento.

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