Il Cairo (Egitto), 25 gen. (LaPresse/AP) – Il Cairo è di nuovo teatro di violenti scontri, nel terzo anniversario della rivoluzione del 2011 che portò alla destituzione di Hosni Mubarak. Nel centro della capitale, la polizia in assetto antisommossa ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi, in piazza per denunciare il golpe militare del 3 luglio scorso. Gli islamisti hanno lanciato pietre e bombe incendiarie contro gli agenti, che hanno risposto con i lacrimogeni. Si sono sentiti spari durante i confronti. Intanto i sostenitori dell’esercito, autore del colpo di stato contro Morsi, si sono radunati in contro manifestazioni in piazza Tahrir e diverse zone del Cairo. In molti chiedono al generale Abdel-Fatah el-Sissi di candidarsi alla presidenza. Su piazza Tahrir volano gli elicotteri dell’esercito.
In altre aree della città, invece, le strade restano deserte dopo che ieri un’ondata di esplosioni ha ucciso sei persone. Anche stamane è esploso un ordigno vicino a una stazione di polizia, senza fare vittime. Secondo il ministero della Salute, 15 persone sono morte ieri quando sostenitori di Morsi armati di bombe incendiarie e armi da fuoco con proiettili a pallini si sono scontrati con le forze di sicurezza. Altri 237 dimostranti sono stati arrestati. Nell’ultima dichiarazione del partito Libertà e giustizia dei Fratelli musulmani, gli egiziani vengono invitati a manifestare nella “pacifica escalation rivoluzionaria”. I recenti attentati vengono condannati come azioni “criminali” e le autorità dichiarate responsabili di non garantire la sicurezza del Paese.
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