Il Cairo (Egitto), 25 gen. (LaPresse/AP) – L’Egitto segna il terzo anniversario della rivoluzione che ha portato alla destituzione di Hosni Mubarak con nuove, pesanti violenze. Mentre piazza Tahrir è stata riempita, tra imponenti misure di sicurezza, dai sostenitori dei militari e dell’attuale governo post-golpe, nella stessa capitale e in molte altre città del Paese migliaia di filo-islamisti sono scesi in piazza per protestare. Sono gli stessi che protestano senza sosta dal 3 luglio scorso, quando un colpo di stato dell’esercito ha destituito dalla presidenza il leader dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi. Anche oggi, le forze di sicurezza hanno usato il pugno di ferro contro le proteste degli islamisti. Il bilancio, destinato a salire, è di otto dimostranti rimasti uccisi negli scontri con la polizia e almeno 300 arrestati. Ma i Fratelli musulmani sono implacabili: le proteste continueranno a oltranza, “sino a quando (la Fratellanza, ndr) non avrà riacquistato i suoi diritti, il golpe sarà stato contrastato e gli assassini messi a processo”. Intanto, il Paese fa i conti con la eco dell’ondata di esplosioni di bombe di ieri, che ha ucciso sei persone. Un’altra si è verificata stamane, ma non ha causato vittime.

ANTI-ISLAMISTI IN PIAZZA TAHRIR: FESTA E VIOLENZA. Clima di festa, ma anche disordini, in piazza Tahrir al Cairo, luogo simbolo della rivoluzione egiziana. Migliaia di sostenitori dell’attuale governo si sono radunati nella piazza, sottoponendosi a controlli e perquisizioni all’ingresso nel timore di violenze. Elicotteri militari hanno sorvolato la piazza. Hanno scandito slogan contro la Fratellanza e contro gli islamisti, mentre con cartelli e cori hanno invocato la candidatura alla presidenza del generale Abdel-Fatah el-Sissi, tra i responsabili del colpo di stato a danno di Morsi. Nel clima di celebrazione, si sono anche verificati episodi di violenza. Una donna che indossava il velo islamico è stata picchiata e spintonata dalla folla, perché accusata di volersi unire ai pro-Morsi. Mentre veniva spintonata, urlava di essere sul posto perché abita a poca distanza. Aggressioni anche ai danni di giornalisti: oltre una decina è stata picchiata dai dimostranti e portata in salvo dalla polizia. Tra i casi più gravi quello di una reporter egiziana che i dimostranti avevano ipotizzato lavorasse per al-Jazeera, accusata di essere schierata con i Fratelli. I manifestanti l’hanno malmenata, strattonata per i capelli e hanno tentato di strozzarla con un velo. L’ha portata in salvo la polizia.

OTTO DIMOSTRANTI UCCISI. Durissima la repressione delle proteste degli islamisti da parte delle forze di sicurezza, non solo al Cairo ma in molte città del Paese. Otto le persone morte negli scontri. Ad Alessandria, una donna è stata colpita da uno sparo ed è morta durante gli scontri tra polizia e manifestanti. Due uomini sono stati uccisi a Minya, nel sud, e due nelle vicinanze del Cairo, hanno riferito le forze di sicurezza. Il Movimento 6 aprile, fondato da giovani nella primavera del 2008 e tra i principali promotori delle rivolte che hanno portato alla destituzione di Mubarak, ha fatto sapere che un suo membro è stato ucciso da un proiettile al Cairo, quando la polizia è intervenuta negli scontri tra il corteo del gruppo e quello dei sostenitori di Morsi. Il Movimento è infatti contrario sia agli islamisti, sia al governo sostenuto dai militari.

AUTOBOMBA A SUEZ. Dopo che ieri un’ondata di bombe ha causato sei vittime e che stamane è esploso un altro ordigno, una autobomba è esplosa fuori da una caserma delle forze di sicurezza a Suez. Un gruppo di uomini armati si è scontrato con la polizia, con cecchini che sparavano anche dai tetti, hanno riferito testimoni. Nella detonazione sono stati feriti nove civili.

IL MONITO DEI FRATELLI: NON CI FERMEREMO. I Fratelli musulmani promettono che le proteste nelle strade dell’Egitto continueranno a oltranza, “sino a quando (la Fratellanza, ndr) non avrà riacquistato i suoi diritti, il golpe sarà stato contrastato e gli assassini messi a processo”. In unta nota, il movimento islamista di Morsi fa anche appello ai gruppi di giovani laici perché si uniscano alle proteste. “Continuate nella vostra rivolta, rivoluzionari liberi e creativi, e tenete accesa la brace della vostra rivoluzione, uniti nell’obiettivo della rivoluzione”, si legge nella dichiarazione. “Non date attenzione alle vuote minacce dei golpisti e al loro tentativo di dividervi”, fanno appello gli islamisti.

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