Varsavia (Polonia), 22 gen. (LaPresse/AP) – Il cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario del papa Giovanni Paolo II, “non ebbe il coraggio” di bruciare tutti gli appunti personali del Pontefice, come richiesto nel suo testamento. Lo ha ammesso lo stesso Dziwisz durante una conferenza stampa, nel corso della quale ha presentato il libro ‘Jestem bardzo w rekach Bozych’ (‘Sono molto nelle mani di Dio’), che uscirà nelle librerie in Polonia il 5 febbraio. Il libro è una raccolta di riflessioni e meditazioni religiose annotate da Karol Wojtyla tra luglio del 1962, quando era vescovo in Polonia, e marzo del 2003. Nel testamento Giovanni Paolo II chiese che tutti i suoi oggetti di uso quotidiano venissero distribuiti e gli appunti bruciati. Dziwisz decise tuttavia di salvarne alcuni.
“In molti – ha ammesso il cardinale – si sono domandati perché non avessi bruciato tutto. Questa non era corrispondenza. La corrisponenza e gli appunti che dovevano essere bruciati, furono bruciati e distrutti”. “Il Papa – ha aggiunto – ha scoperto qui una parte della sua anima, del suo incontro con Dio, della contemplazione e della religiosità, e in questo sta il più grande valore di questo libro”. “Conservando questi appunti – ha sottolineato il cardinale – ho rispettato il suo testamento”. Inizialmente Wojtyla faceva appunti soltanto in polacco, ma poi anche in italiano e in latino con alcune note in greco e in spagnolo.
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