Damasco (Siria), 28 ago. (LaPresse/AP) – Hanno lasciato l’albergo di Damasco dove hanno base gli ispettori dell’Onu incaricati di indagare sul presunto raid con armi chimiche compiuto mercoledì scorso dal governo siriano. La squadra, a bordo di un convoglio di auto, è stata vista partire per la seconda ispezione nei sobborghi della capitale colpiti, dopo la prima visita di lunedì. Ieri la seconda visita era stata rinviata a oggi per permettere all’Onu di migliorare la preparazione e la sicurezza degli esperti, dopo che lunedì alcuni cecchini hanno aperto il fuoco sul loro convoglio.
Nella prima ispezione, nel sobborgo di Moadamiyeh, la squadra ha raccolto campioni di sangue, tessuti e capelli, e ha intervistato i testimoni. Ieri una portavoce delle Nazioni unite, Alessandra Vellucci, ha fatto sapere che il team potrebbe avere bisogno di più tempo rispetto ai 14 giorni previsti per completare il suo lavoro e la priorità adesso è determinare cosa sia avvenuto nel presunto attacco con armi chimiche del 21 agosto.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata